Impossibile dare un voto inferiore a otto e mezzo. De Laurentiis non abbia paura del rinnovamento e difenda la sua intuizione Spalletti
Nel giorno di Insigne, il Napoli batte il Genoa 3-0 con gol di Osimhen, Insigne su rigore e Lobotka con un bel destro da fuori area. Il Napoli è certo del terzo posto in classifica. Un campionato a nostro avviso più che ottimo, il voto non può essere inferiore a 8 e mezzo. Sembra incredibile dirlo al termine di una settimana contraddistinta da striscioni vari di contestazione (firmati e non) e da un clima di malcontento che a noi suona incomprensibile. Aver lottato per il campionato fino a cinque giornate dal termine dev’essere considerato un merito non una colpa da espiare. Soprattutto visto che a inizio campionato nessuno aveva osato inserire la squadra di Spalletti tra le favorite. Ha fatto benissimo l’allenatore a ricordare il clima di indifferenza e di sfiducia in cui lui arrivò (alla stazione Tav di Napoli-Afragola non c’era neanche una bandiera ad attenderlo).
Il Napoli ha 76 punti in classifica, frutto di 39 nel girone d’andata e 37 in quello di ritorno (è secondo in questa speciale classifica). Un andamento costante ad alta velocità. Non c’è stato alcun calo, lo dicono i numeri. C’è stata una brutta sconfitta a Empoli, è vero. Ma ci sono state anche belle ed entusiasmanti vittorie in trasferta contro il Verona, la Lazio, l’Atalanta. Ci vorrebbe un po’ più di equilibrio e perché no di riconoscenza. Il Napoli è tornato in Champions dopo due stagioni di assenza, il miglioramento è nei fatti. Negarlo vuol dire essere in malafede. Il tutto in una stagione in cui Spalletti è riuscito a non far ricordare a nessuno che Insigne era in scadenza di contratto, con la Coppa d’Africa e una serie lunghissima di infortuni.
È stato il giorno dell’addio di Insigne. Ha segnato su rigore dopo che il primo lo aveva sbagliato colpendo il palo (e sulla ribattuta aveva segnato Di Lorenzo ma il rigore è stato ripetuto). Potrebbe essere anche l’ultima partita di Mertens al San Paolo. È indubbio anche il futuro di Osimhen e questo ci rattrista perché ci piacerebbe che il Napoli del futuro ripartisse dall’attaccante nigeriano giunto a 14 gol in Serie A e 18 stagionali. Il Genoa ha giocato, ci ha provato. Ma ha perso e da stasera è quasi ufficialmente in Serie B. È presto per giudizi definitivi. Lungi da noi riabilitare la gestione Preziosi ma non sempre gli investimenti stranieri significano risultati. E non vale solo per il Genoa.
Per il resto c’è poco da dire. La prima speranza è che De Laurentiis limiti gli accessi di autolesionismo. È stato bravissimo a ingaggiare Spalletti. Però lo segua, soprattutto nei momenti di difficoltà. Qualcuno in città – più di qualcuno – storce il naso ma nessuno pensa che questa squadra potrebbe essere andata oltre i propri limiti. La seconda è che non si fermi nel processo di rinnovamento. Servono energie fresche, servono nuovi modi di pensare. Senza dimenticare di ringraziare chi in questi anni ha fatto tanto per il Napoli.