Il pilota McLaren sul Telegraph: “Domenica non riuscivo letteralmente a vedere a cinque metri. E sono io che sto rischiando il collo. Ma per questo è una gara fantastica: è una incredibile prova di abilità”
Volete sapere com’è guidare un bolide di Formula 1 sulle strade cittadine di Monaco sotto il diluvio? Basta leggere il racconto che scrive per il Telegraph Lando Norris. Il giovane pilota della McLaren collabora con il quotidiano inglese e mettere nero su bianco la “paura” di andarsi a schiantare ogni volta che tocca il freno o passa a un millimetro dal guard-rail.
“Tagliare il traguardo alla fine è stato un misto di felicità e, se devo essere sincero, anche di sollievo. Per essere sopravvissuto e illeso”.
“Tutti noi vogliamo il miglior spettacolo possibile. Ma non era sicuro. Credetemi, come piloti siamo alla disperata ricerca di ogni opportunità di rimontare. Soprattutto su una pista come Monaco dove il sorpasso è quasi impossibile. Ma è solo quando sei effettivamente su una vettura di Formula 1, sentendo le temperature dei freni, le temperature degli pneumatici, i livelli di aderenza, che puoi veramente apprezzare ciò che è possibile e ciò che non lo è. Cosa è sicuro e cosa no. E non era sicuro domenica. Non riuscivi letteralmente a vedere cinque metri davanti a te durante quel primo tentativo di dare il via alla gara”.
“Alla fine, sono io che sto rischiando il collo là fuori. Abbiamo tutti visto le conseguenze di un piccolo errore domenica. Mick Schumacher ha mancato l’apice della curva a destra alle Piscine e ha messo l’auto solo una frazione fuori linea – forse di non più di 10 cm – e basta. Gioco finito”.
“La verità è che siamo tutti a pochi millimetri dallo schiantarci ogni singolo giro. Può essere per un’inezia come colpire un dosso leggermente sbagliato o mancare un cambio di marcia. Questo è ciò che lo rende così intenso”.
“Solo alla prima curva credo che ci siano state sei, sette, otto volte durante quella gara in cui ho frenato e ho pensato ‘Vado a sbattare a muro!’.
“Ma questo è Monaco – conclude Norris – Ed è per questo che credo che dovrebbe rimanere nel calendario. Non solo è un luogo iconico, è un’incredibile prova di coraggio e abilità”.