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Mourinho: «Gli arbitri vengono puniti dopo gli errori contro di noi, ma i punti chi ce li restituisce?»

In conferenza. «Io e la proprietà vogliamo arrivare in Champions l’anno prossimo: abbiamo organizzazione, tempo e talento. Ora pensiamo a questa stagione»

Mourinho: «Gli arbitri vengono puniti dopo gli errori contro di noi, ma i punti chi ce li restituisce?»
Roma 04/12/2021 - campionato di calcio serie A / Roma-Inter / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Jose' Mourinho

La Roma a caccia di un posto in Europa League, con la finale di Conference alle porte. Domani i giallorossi affrontano il Venezia. Di seguito le parole di Mourinho in conferenza stampa.

Pensa che la finale tolga concentrazione?

«Penso e spero che la finale di Conference League non tolga concentrazione. Qualcuno spera in un ottavo posto della Roma e nella vittoria contestuale della la finale: dicono che sarebbe una cosa fantastica per il calcio italiano, che permetterebbe di avere tante squadre in Europa il prossimo anno. Ma questo non si deve fare, è mancanza di rispetto per chi lavora come noi. Dunque non voglio vedere nessuna mancanza di concentrazione nelle ultime due partita. Con la Fiorentina ho visto una Roma stanca, avevano un motore diverso rispetto a noi. Siamo un po’ stanchi di arbitri e di assistenti Var che vengono puniti e sospesi solo dopo la nostra gara. Confermano l’errore, ok. Ma a noi i punti chi li restituisce? Vogliamo finire quinti o sesti, sono le posizioni che abbiamo occupato per tutta la stagione. Non ho paura di questa possibile mancanza di concentrazione»

La formazione.

«Per Mkhitaryan non si tratta di gestione. È infortunato, non è disponibile, quindi non c’è alcuna gestione. Non abbiamo una rosa che ci permette di fare tutti questi cambi, non siamo a quel livello in cui ci sono due giocatori simili per una grande alternanza, soprattutto dal punto di vista dell’esperienza. Non li posso fare otto o nove cambi. Noi dobbiamo pensare a vincere perché è l’ultima gara all’Olimpico e perché se vinciamo possiamo affrontare l’ultima partita padroni del nostro destino. Vinciamo domani. Con tutto rispetto per il Venezia che si gioca il suo futuro. Ci sarà una gestione, ma sarà una gestione minima. Un paio di cambi oggi, un paio col Torino»

Zalewski.

«Non ci sono grandi differenze di mentalità e atteggiamento tra Zalewski e altri calciatori giovani. Per lui è arrivata l’opportunità, in un momento in cui la squadra necessitava un’opzione come lui. Abbiamo deciso di metterlo in quella posizione contro il Verona. Perdevamo 2-0 e non c’era né Spinazzola né El Shaarawy. In una situazione di rischio si è fatto trovare pronto, ha colto la sua chance. Se dovesse arrivare per gli altri giovani vediamo se sono altrettanto bravi a coglierla al volo. Zalewski è rappresentativo del nostro ottimo rapporto col settore giovanile, questo sì»

Cosa serve per arrivare al livello delle altre e competere per la Champions?

«Ci serve organizzazione: è importante e ce l’abbiamo. Stiamo crescendo rispetto a quando sono arrivato. Abbiamo fatto un gran lavoro, su più livelli. Ho due anni di contratto e il tempo è necessario, perché se torniamo a Zalewski ci rendiamo conto che si tratta di giocatori che hanno bisogno di tempo. Per altri club non esiste il tempo, non ne hanno bisogno. Poi è una questione dio qualità e quantità, anche in panchina. Noi ne abbiamo sofferto. Io e la proprietà vogliamo arrivare in Champions: abbiamo organizzazione, tempo e talento. Abbiamo la passione dei tifosi e poco a poco dobbiamo migliorare. Poi vediamo cosa succede. Per adesso viviamo queste partite, basta parlare del prossimo anno»

Un milione di tifosi all’Olimpico.

«Abbiamo deciso tra di noi che il minimo che possiamo fare è ringraziare questa gente. Dopo la partita, al di là del risultato, gli diremo grazie. Faremo un giro di campo per abbracciarli. Il loro amore e il loro affetto è stato fantastico. Faccio agli auguri a mister Zeman, per il suo compleanno di ieri»

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