Ilaria commossa per l’addio di Lorenzo. Il Napoli torna sul podio del campionato che mancava da Ancelotti. Spalletti fa bene a difendere la stagione
Le pagelle di Napoli-Genoa 3-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
OSPINA. Oggi è il Mattonella Day, Ilaria, e c’è pure l’apparizione di Santa Traversa che salva Ospinik e il Napule quando si era ancora sullo zero pari. Indi a graziarlo è lo scarsissimo Portanova, attaccante del povero Zena che retrocede in B soprattutto per mancanza di gol – 6
Nientedimeno che dovevamo aspettare l’addio di Insigne al Maradona per avere la porta inviolata e finalmente una vittoria in casa? – 6
DI LORENZO. L’Euroappuntato s’imbuca nel penalty della Riggiola e segna su respinta. Tutto vano, si ripete. Di Lorenzo offende a tutto spiano e crossa per la cabeza vincente della Maschera – 6,5
Mi mancava la solida discrezione di Di Lorenzo sulla fascia – 6,5
RRAHMANI. La sfuriata iniziale dei rossoblu dura mezz’ora e Amir un po’ traballa, ma quando il Napule si piglia la partita passa a godersi la festa, il sole, il caldo, il pubblico, tutto quello che vuoi – 6
Qualche buchetto nella linea difensiva lo lascia, meno male che davanti aveva Portanova – 6
KOULIBALY. Oggi krolleggia, alla grande, nel senso dell’indimenticato Rudy nederlandese. I suoi lanci sono lunghi e di una precisione al millimetro. Complimenti – 6,5
Diciamo che non è chiamato a fare gli straordinari ma l’ordinaria amministrazione la fa benissimo – 6,5
MARIO RUI. Marittiello comincia con un erroraccio e prosegue in modo anonimo o quasi – 6
Se quell’erroraccio avesse avuto un altro genere di interlocutore ce la saremmo vista brutta – 6
GHOULAM dal 73’. Addio anche a lui, tra maledetti infortuni e formidabili sgroppate – senza voto
Povero: la sua ultima partita al Maradona e non gli è stato riservato nemmeno un saluto. Eppure i suoi cross di un tempo restano un ricordo bellissimo. Ciao Faouzi dal piede educato che fu – senza voto
ANGUISSA. E’ il solo a reagire bene alla pressione genoana dei primi trenta minuti: in questo epilogo del campionato è piano piano tornato ai livelli d’autunno, prima della Coppa d’Africa – 7
Splendido il modo in cui sembra che il pallone gli resti incollato sui piedi – 7
DEMME dall’83’. Senza voto
Senza voto
FABIAN RUIZ. La sua partita, appunto, inizia al trentesimo e poi può pittare a suo piacimento – 6,5
Non butta via nemmeno una palla e aiuta a congiungere le varie anime del Napoli, una buona partita – 6,5
LOBOTKA dal 73’. Ecco un’altra bella notizia: Lobo ha segnato, Ilaria. E che gol – 7
La trasformazione di Lobotka resterà nella storia del Napoli di Spalletti. La corsa che ha fatto da prima del centro di centrocampo e la palla angolatissima e precisa che ha tirato, forse, pure – 7
LOZANO. La velocità di El Tav è uno dei tesoretti ritrovati di questa squadra. La mobilità del Messicano è micidiale, senza offesa per Na-Politano in panca – 6,5
Se Spalletti riuscirà a lavorare anche sulla sua concretezza, credo che avremo un giocatore fortissimo – 6,5
MERTENS. Ciro la Bandiera è uno degli invitati più attesi al Mattonella Day e regala all’amico Lorenzo uno show notevole da grande suggeritore, da vero regista. Ora via al tormentone estivo: resta non resta, resta non resta, resta non resta: il popolo attende con ansia di sapere se Palazzo Donn’Anna (l’unico Palazzo conquistato dalla rivoluzione) continuerà ad avere il suo inquilino più illustre – 7
Che era in giornata si è visto subito, quando al 3′ minuto di gioco ha servito una palla al bacio per Lozano, sulla quale poi non si è purtroppo concluso nulla. Il dibattito sul rinnovo mi annoia, come i piagnucolii di chi dice che se avesse giocato tutte le partite il Napoli avrebbe vinto lo scudetto – 7
ZIELINSKI dal 73’. Senza voto
Al 73′ ha l’occasione di tirare ma non lo fa perché vuole che segni Insigne – senza voto
INSIGNE. Il doppio rigore – palo senza spiazzare Sirigu, indi ripetizione concessa benignamente dal Fato travestito da Fabbri e gol, ancora senza spiazzare il pipelet genoano – è la metafora di questi ultimi, tormentati quattro anni in maglia azzurra. Raggiunto l’acme azzurro con l’estetica sarrita dei titolarissimi (giunti spompati ai 91 punti) e senza tituli, Insigne doveva andare via, ma è anche vero che non c’era nessuno che voleva comprarlo alle cifre chieste dal padre-padrone. E così da magia che era, il tiroagggiro è diventata ossessione iconica di un perdente che non ha mai superato i suoi limiti mentali (e dire che Mister Veleno lo flagellava con il gatto a nove code per il godimento di entrambi). Il suo destino è rimasto incompiuto (magari vincerà uno scudetto dall’altra parte dell’oceano). Se ne va da numero 24, non da 10. L’unico momento davvero commovente è stato quando i rossoblu retrocessi, Criscito in testa, hanno applaudito il suo giro finale del Maradona. L’ingresso in campo scortato dai DeLa padre e figlio è stato invece altamente comico: Aurelio con giubbotto da neve nonostante i trenta gradi, Edo che ha impallato la telecamera di Dazn nei secondi topici dell’abbraccio tra il Capitano e la Bandiera. La partita comunque è da sette e mezzo, tra lacrime, funambolismi sulla linea di fondo e scambi con il predetto Ciro la Bandiera. Addio Insigne – 7,5
Non so, Fabrizio. Il suo addio secondo me ci farà bene, soprattutto mentalmente, ma ciò non toglie che resterà un calciatore legato per sempre alla storia del calcio Napoli e che un po’ di commozione, nel vedere la sua, soprattutto, ha preso anche me. Questo era ed è il suo giorno e ci sono dei giorni, nella vita di ognuno di noi, che credo dovrebbero essere intoccabili e dovrebbero essere lasciati liberi da scarabocchi o schizzi da parte di altri. L’addio alla squadra della propria città dopo tanto tempo dovrebbe essere uno di quelli. Spero stia bene lì dove farà un freddo cane, e spero che staremo bene, anzi meglio, anche noi. Buona fortuna all’eterno irrisolto Lorenzo, un augurio che gli mando insieme ad un grande abbraccio – 8
ELMAS dall’87’. Senza voto
Il batti cinque al momento della sostituzione è stato quasi un passaggio di consegne – senza voto
OSIMHEN. Non c’è nulla da fare, quando c’è da sbloccare la partita Victor Victoria fa i fatti, mentre gli altri si divertono nell’accademia estetica – 7
Ha chiamato la palla all’intelligente Di Lorenzo, uno dei pochi che quando partono alzano la testa per studiare la migliore mossa da fare. Di Lorenzo lo ha visto e lo ha servito. Osimhen ha dato la testata che occorreva. Un’esecuzione perfetta – 7
SPALLETTI. Certe coincidenze fanno dei giri immensi e poi ritornano: Spalletti adesso può raccontare a figli e nipoti di aver assistito all’addio storico di due capitani. Detto questo, il Pelato riporta il Napoli su quel podio che mancava dalla prima stagione di Carlo Magno Ancelotti (secondo posto con 79 punti dietro la Juve). Ora in attesa che Luciano entri nel camper e che Partenope entri in lui e anche nel camper, la speranza è che si apra una settimana di chiarezza, e non di caos e invettive e discorsi ambigui e striscioni buoni come carta igienica. Chiunque parli, si ispiri al Vangelo: “Sia invece il vostro parlare sì sì no no; il di più viene dal maligno”. Appunto – 8
Fa bene a difendere il lavoro svolto durante l’anno ed il risultato a cui ha portato: è il punto esatto da cui ripartire per superare i limiti di questo Napoli. La stagione, per quanto mi riguarda, è stata straordinaria, “ingolosimento” compreso. Ho persino dimenticato lo sfacelo Gattuso, se non fosse che ogni volta che vedo un’immagine di Ibra mi torna in mente il brutto incubo vissuto. L’unico errore commesso da Spalletti è stato quello di cedere al richiamo della folla nutrendo il sogno che poi la folla gli ha scaraventato, sgonfio, contro, come fanno sempre tutte le folle. Per fortuna, però, è tornato in sé. La folla no. Ma per fortuna non è la folla che allena il Napoli. Centomila di questi Spalletti, dunque, Fabrizio. Brindiamo? – 8
ARBITRO FABBRI. Contribuisce fattivamente al Mattonella Day – 7
E se guardiamo il lato romantico della giornata, merita un applauso anche lui