Le 55 partite della Roma (prima in Italia) sono inferiori al Liverpool, al Real Madrid, a squadre brasiliane e anche al Napoli che vinse la Coppa Uefa
In Spagna il “primato” spetta al Real Madrid (finalista di Champions League) con cinquantasei gare totali (una in più della Roma “capolista” italiana ma ben sei in meno di quelle totalizzate dalle Merengues nella stagione 2017/18, quando con Zidane in panchina chiusero la stagione a quota sessantadue incontri complessivi), mentre il Liverpool (anch’esso finalista di Champions) terminerà la sua stagione con sessantatré incontri stagionali (trentotto di campionato, tredici di Champions League, sei di FA Cup e sei di Coppa di Lega), ossia lo stesso numero di gare disputate dal Chelsea di Sarri nella stagione 2018/19 (che, a differenza dei Reds, ne giocarono tre gare in meno in FA Cup ma due in più in Europa League e una in Supercoppa inglese) ma una in meno rispetto al Chelsea e al Manchester United guidati da Mourinho che, rispettivamente nel 2006/07 e nel 2016/17, chiusero ambedue la stagione con sessantaquattro incontri complessivi disputati.
Tornando in Italia, tra le squadre con il maggior numero di gare stagionali disputate negli ultimi anni si annoverano la Juve di Allegri che per due volte (nel 2014/15 e nel 2016/17) ne ha giocate cinquantasette (trentotto di campionato, tredici di Champions League, cinque di Coppa Italia e una di Supercoppa Italiana), ovvero quante ne aveva disputate sia l’Inter di Mourinho nel 2009/2010 che quella di Benitez-Leonardo l’anno successivo, e il Napoli di Benitez, che nella stagione 2014/15 ne giocò cinquantanove (trentotto in campionato, due nei preliminari di Champions League, quattordici in Europa League, quattro in Coppa Italia e una in Supercoppa), numeri sicuramente importanti ma ben lontani, come visto, da quelli inglesi e, soprattutto, da quelli brasiliani, dove nel 2021 (in Brasile la stagione agonistica si disputa nell’anno solare, ossia da febbraio a dicembre…) Atletico Mineiro e Athletico Paranaense ne hanno disputate, rispettivamente, settantacinque e settantasei (e potevano essere settantasei e settantotto se non fossero stati eliminati in semifinale di Copa Libertadores i primi, del Campeonato Paranaense i secondi). Ancor di più ne giocò il Palmeiras nel 2020, quando terminò la stagione con ben settantasette gare disputate (trentotto nel campionato Brasiliano, sedici nel Campeonato Paulista, tredici in Copa Libertadores e dieci in Copa do Brasil) e se l’anno successivo fosse arrivato nuovamente in finale anche in Copa do Brasil, le gare stagionali sarebbero arrivate addirittura a ottantadue (sic!) avendo, rispetto all’anno precedente, disputato anche due gare nel Mondiale per Club (semifinale e finale per il terzo posto), la doppia finale di Recopa Sudamericana, nonché quella in gara secca di Supercoppa del Brasile. Per la cronaca, a differenza del 2020, in Copa do Brasil è stato eliminato praticamente subito (disputando soltanto le prime due gare) fermandosi, pertanto, ad un totale di “sole” settantaquattro gare stagionali!
Alla luce di questi dati, prima di dire che in Italia si giocano troppe partite, bisognerebbe rifletterci sopra non poco: certo, se si paragona il numero delle gare disputate adesso con quelle degli anni addietro è così (anche se va ricordato che prima la Coppa Italia contava, fino alla finale, ben tredici partite, e nell’edizione 1988/89 ne furono addirittura quattordici, tant’è che il Napoli, finalista in Coppa Italia e vincitrice della Coppa Uefa, quell’anno di gare stagionali ne disputò addirittura sessanta, di cui trentaquattro di campionato, quattordici di Coppa Italia e dodici di Coppa Uefa!) ma va anche detto che in questi anni i compensi dei calciatori (e degli allenatori) sono più che decuplicati, ergo è anche “giusto” che giochino di più senza lamentarsi più di tanto. Anche perché gli stessi che si lamentano delle troppe partite sono poi i primi a storcere la bocca quando l’allenatore di turno, al fine di gestire al meglio le forze in virtù dei tanti impegni stagionali, fa ricorso al turn-over!
Dalla serie: “volere la botte piena e la moglie ubriaca”.