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Tosetto: «Ho allenato i ragazzini, poi mi dissero che non bisognava insegnargli a divertirsi col pallone»

L’ex del Monza ad Avvenire: «Al Milan durai un anno: quando giocavamo a San Siro a Calloni veniva la febbre e Liedholm mi schierava fuori ruolo, come punta»

Tosetto: «Ho allenato i ragazzini, poi mi dissero che non bisognava insegnargli a divertirsi col pallone»

Avvenire intervista Ugo Tosetto. Ex giocatore del Milan, dove arrivò nel 1977 dal Monza, la sua esperienza in rossonero durò poco.

«Non ho mai recitato nel mio ruolo di ala. Liedholm mi schierava punta. Ogni volta che giocavamo a San Siro, a Egidio Calloni veniva la febbre e così mi toccava prendere il suo posto, là davanti… una disgrazia!».

Dal Milan fu spedito ad Avellino. Si racconta, oggi.

«Abito a 500 metri da Milanello, ma non ci ho mai messo piede. Cosa ho fatto dopo il calcio? Con Graziella ho cresciuto tre figli e cinque nipoti e aperto un negozio di bigiotteria e profumeria a Trecate. Poi ho allenato un po’ i ragazzini, ma siccome mi dissero che non bisognava insegnargli a divertirsi col pallone, allora ho lasciato perdere. Allo stadio? Vado a vedere il Monza: Galliani, che conosco dal 1975, ero il suo idolo, mi fa arrivare con la macchina fin dentro lo stadio. Adriano è un grande, conosce il calcio come pochi al mondo. Il presidente Berlusconi? Mai visto, né votato. Certo se va in A fa la rivoluzione… Come minimo cambia 20 giocatori, e credo anche l’allenatore».

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