Il racconto di Paolo Ziliani sul Fatto. Raiola ordinò sushi per sette, Zlatan disse: “chi mangia tutta questa roba?” E lui: “tu non ti preoccupare”

Paolo Ziliani, sul Fatto quotidiano, racconta l’incontro tra Zlatan Ibrahimovic e Mino Raiola. Un racconto meraviglioso.
Zlatan Ibrahimovic, che a 22 anni, attaccante-promessa dell’Ajax, sentiva l’urgenza di dare una sterzata alla sua carriera ed era in cerca di un bravo procuratore cui affidarsi, chiese un giorno a un giornalista olandese amico un consiglio. “Il giornalista mi disse: secondo me c’è un italiano che a te piacerà tanto, che ha tuo stile, stile differente, da strada: Mino Raiola”.
Ibra e Raiola non si sono mai conosciuti: decidono d’incontrarsi in un ristorante di Amsterdam. “Uno si aspetta che un procuratore si veste bene, però lui non era così – racconta Zlatan –. Lo vedo arrivare con pantaloncini colorati, maglietta Nike e camicia hawaiana sbottonata. Ci sediamo a tavolo, lui ordina sushi per sette. Chi mangia tutta questa roba?, gli dico. Tu non ti preoccupare, mi risponde lui”. Tra un uramaki e un sashimi si parla di cose di lavoro. “È il primo meeting, Mino ha con sé fogli e mi fa: questi sono grandi giocatori con statistiche. Mi porta fuori il foglio di Shevchenko: 25 partite, 23 gol. Mi porta fuori Inzaghi: 27 partite, 25 gol. Mi porta fuori Bobo Vieri: 24 partite, 23 gol. Poi porta fuori Ibrahimovic: 21 partite, 4 gol e mi fa: come ti posso vendere se hai queste statistiche? E io: ma se io avevo altre statistiche non mi serviva un procuratore, pure mia mamma mi vendeva”. “Allora – ricorderà Raiola – gli ho detto: sei uno stronzo, la verità è che devi pensare a lavorare di più. E fu proprio in quel momento che Zlatan decise di firmare con me: ero stato il primo e forse l’unico a dirgli che era uno stronzo. Gli avevo detto la verità, per cominciare a renderlo migliore.