Intervista con la Fifpro. «Come in qualsiasi lavoro, ogni tanto è necessario staccare. È anche una questione di salute mentale»
«L’esposizione accumulata ci mette a rischio come giocatori, perché può non solo ridurre le nostre prestazioni ma anche abbreviare le carriere di molti colleghi. Dobbiamo essere responsabili e pensare insieme a tutti gli attori come ridurlo»
Sono parole dure quelle del centrocampista cileno Arturo Vidal, che ha realizzato un’intervista con la FIFPRO, il sindacato internazionale dei calciatori, in merito allo studio realizzato dalla FIFPRO stessa e da Football Benchmark sull’impiego dei calciatori da parte dei club.
«Da tempo i nostri sindacati studiano questo problema e ci informano sulla base dei dati ricavati dalla piattaforma Player Workload Monitoring (PWM). Non ne parliamo a vanvera, abbiamo una base per sostenere quello che stiamo dicendo. Tutti i numeri vanno contro le raccomandazioni degli scienziati sulle nostre prestazioni, sulla nostra salute e il nostro sforzo fisico come calciatori»
Per Vidal ci sono troppe partite.
«Tutti raccomandano di attuare e far rispettare i periodi di riposo, sia mentre giochiamo i nostri campionati che durante il periodo di ferie. Come in qualsiasi lavoro, è essenziale allontanarsi dai doveri che svolgiamo quasi tutto l’anno. Ci serve staccare, perché lo stress influisce. È anche una questione di salute mentale. Come calciatori dobbiamo essere capaci di lottare su questa vicenda, per il bene delle nostre carriere e delle nostre famiglie, ma soprattutto per il calcio come intrattenimento. Non possiamo essere esposti a questi parametri, perché il calcio è una festa, non un mercato degli schiavi»