Dopo Stoccarda, vince anche al Queen’s. È un tennista incredibilmente solido, è dura batterlo. Va a Wimbledon per essere protagonista

Matteo Berrettini vince ancora. Il secondo torneo consecutivo, il settimo in totale, il quarto sull’erba. Il secondo di fila al Queen’s. Numeri da giocatore solido, da top ten consolidato. Certamente da numero uno del tennis italiano. Ha i numeri per diventare il più forte tennista italiano di tutti i tempi. Al Queen’s ha battuto in finale Krajinovic. Partita condotta in scioltezza. 7-5 6-4 il risultato finale. Partita mai in bilico.
Berrettini è rientrato dopo dodici settimane di assenza e ha vinto due tornei di fila. Il primo a Stoccarda. Il Queen’s non gli porterà punti Atp, perché aveva vinto qui lo scorso anno. E a Wimbledon – che quest’anno non assegnerà punti per l’esclusione dei russi – perderà un bel po’ di classifica e uscirà dai primi venti. Ma stiamo parlando della burocrazia del tennis.
La realtà è che Berrettini è un tennista solido come pochi altri. Ha certamente un servizio fuori dalla norma, che rende proibitivo il tentativo di strappargli il servizio. Ma è potente anche da fondo campo. Ha ottimi fondamentali. A rete si difende più che dignitosamente. E soprattutto vince le partite.
L’infortunio ha restituito all’Italia un Berrettini ancor più forte e convinto di sé. A Wimbledon si giocherà le proprie chance. Lo scorso anno perse in finale.