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Gigi D’Alessio: «Se nasci a Napoli è difficile affermarti. Ci hanno ghettizzati chiamandoci neomelodici»

Al CorMez: «Ho faticato per scrollarmi di dosso il peso dei pregiudizi. Le radio importanti per anni non hanno trasmesso le mie canzoni»

Gigi D’Alessio: «Se nasci a Napoli è difficile affermarti. Ci hanno ghettizzati chiamandoci neomelodici»
D'Alessio

Domani e sabato sera in piazza Plebiscito, a Napoli, si terrà uno spettacolo evento per celebrare i primi 30 anni di carriera di Gigi D’Alessio. Poi, per il cantante, si apriranno le porte del Teatro di San Carlo. Il Corriere del Mezzogiorno lo intervista. Parla del suo rapporto con Napoli.

«Napoli è mammà, ma se nasci qui, affermarsi è difficile. Quando ci hanno chiamato “neomelodici” ci hanno ghettizzato, trasformandoci in una razza a parte. A Roma se gli artisti cantano le canzoni popolari romane non li chiamano neomelodici. Ho faticato per scrollarmi di dosso il peso dei pregiudizi: quando le radio importanti non passavano le mie canzoni o i giornali nazionali e quelli che contano non parlavano di me. Sono stato io nel tempo a costringerli ad interessarsi a me. Napoli mi ha sempre difeso. Nel febbraio del 2014 sono stato il primo italiano della storia — dopo Modugno, con Nel blu dipinto di blu (Volare) — a conquistare il primo posto della classifica World Music di Billboard tra i “top selling world music albums” con il disco “Ora”. Se ci sono riuscito è stato grazie alla mia città».

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