Era nell’aria da tempo, fatale è stata la sconfitta col Red-Bull Bragantino 14esimo in classifica. Era arrivato a Natale con grandi aspettative
San Pietroburgo (Russia) 23/06/2021 - Euro 2020 / Svezia-Polonia / foto Uefa/Image Sport
nella foto: Paulo Sousa
Era nell’aria da settimane, visto l’andamento alquanto deludente in campionato nonché la sconfitta in finale del campionato carioca nel derby con la Fluminense dello scorso 2 aprile e quella subita, in precedenza, ai rigori in Supercoppa del Brasile contro l’Atletico Mineiro, ma dopo l’ennesima sconfitta (la quarta in dieci gare di campionato, la sesta in trentadue gare ufficiali) subita nell’ultimo turno di campionato contro il Red-Bull Bragantino (che ha fatto scivolare i vice-campioni nazionali e continentali al 14.esimo posto in classifica), è arrivata anche l’ufficialità: da ieri sera Paulo Sousa non è più l’allenatore del Flamengo.
A darne la notizia un comunicato ufficiale diffuso sui canali social della squadra carioca, nel quale si comunica che, in attesa di individuare il nuovo tecnico, la guida della prima squadra sarà provvisoriamente assegnata all’allenatore dell’Under 20.
Arrivato a Rio de Janeiro lo scorso 25 dicembre e presentato ufficialmente il 10 gennaio (al termine di una estenuante trattativa con la federazione polacca che non era affatto intenzionata a liberarlo), con enormi aspettative, il tecnico portoghese ha deluso non poco le attese e ha pagato un inizio di temporada decisamente sottotono che, come scritto, ha già visto sfumare i primi due titoli stagionali (Supercoppa del Brasile e Campeonato Carioca) mentre nel campionato nazionale i rubronegros hanno già accumulato un ritardo di sette punti in dieci gare dalla capolista Palmeiras (che battendo nel posticipo il Botafogo per 4-0 ha scavalcato in vetta il Corinthians, a sua volta battuto dal Cuiabà).
La sola competizione in cui il Flamengo guidato da Paulo Sousa ha avuto un rendimento degno del proprio blasone è stata la Copa Libertadores, nella quale i carioca hanno vinto agevolmente il proprio girone (ad onor del vero non troppo impegnativo) con cinque vittorie e un pareggio, mentre in Copa do Brasil ha superato il terzo turno contro un avversario di Serie C (l’Altos) ed è approdato agli ottavi di finale (in cui il sorteggio non proprio benevolo lo ha abbinato ai campioni in carica dell’Atletico Mineiro).
Paulo Sousa lascia pertanto la panchina del Flamengo dopo trentadue gare ufficiali (dieci di campionato, tredici di Carioca, sei di Libertadores, due di Copa do Brasil e una di Supercoppa), durante le quali ha ottenuto diciannove vittorie (di cui soltanto tre in campionato), sette pareggi e sei sconfitte (quattro in campionato, di cui la penultima in casa contro il fanalino di coda Fortaleza che ha ottenuto la sua unica vittoria in campionato proprio al Maracanã contro il Flamengo, e due nel Carioca).
Unica magra “consolazione” per il tecnico portoghese può essere fornita dal fatto che la sua esperienza non positiva sulla panchina dei rubronegros lo accomuna anche agli altri suoi predecessori, dal momento che questo è il terzo anno consecutivo che il Flamengo è costretto a ricorrere al cambio di panchina dopo un inizio non proprio esaltante: lo scorso anno toccò a Rogerio Ceni essere esonerato e sostituito in corsa da Renato Portaluppi (che raddrizzò la stagione del Flamengo portandolo ad un passo da uno storico ein plein per poi vedere, in circa un mese, sfumare tutti gli obiettivi e fermarsi al secondo posto in campionato e in Copa Libertadores e in semifinale di Copa do Brasil), mentre l’anno precedente fu la volta dello spagnolo Torrent essere esonerato in luogo dello stesso Ceni (che poi condusse i rossoneri di Rio alla vittoria del campionato in rimonta al fotofinish sull’Internacional di Porto Alegre). Della serie: “mal comune, mezzo gaudio”.