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Il Guardian difende Lewandowski: «Non merita che gli venga detto di stare zitto»

«La verità è che il Bayern conosce la professionalità del ragazzo, uno che inverte i pasti e mangia prima il dessert per non mettere massa grassa. E dunque non teme trambusti se decidesse di trattenerlo»

Il Guardian difende Lewandowski: «Non merita che gli venga detto di stare zitto»
Monaco (Germania) 17/03/2021 - Champions League / Bayern Monaco-Lazio / foto Imago/Image Sport nella foto: Robert Lewandowski

Sembra essere diventata una specie di contesa, di un match di pugilato, dove schierarsi – e tifare per il calciatore o per la società – è obbligatorio. Stiamo parlando della querelle tra Lewandowski e il Bayern Monaco. Lui vuole andare al Barcellona a tutti i costi, anche se i catalani non hanno una lira per comprarlo. I baveresi vogliono trattenerlo, a tutti i costi. Il Guardian, a firma Jonathan Wilson, prende le parti del polacco: Lewandowski, scrive, «meriterebbe tutt’altro trattamento». Sicuramente, «non che il Bayern gli mandi a dire di stare zitto».

D’altronde, secondo il noto giornale inglese, «Lewandowski è un professionista troppo serio», «non vuole deludere nessuno, men che meno se stesso», e dunque, nonostante voglia andarsene, al Bayern non hanno paura che possa creare chissà che trambusto se decidessero di trattenerlo per un altro anno.

«…è un attaccante così dedito al suo mestiere e all’auto-miglioramento che mangia i pasti al contrario, prima il dessert, perché crede che aiuti a non mettere massa grassa. Compirà 34 anni ad agosto, ma sembra più giovane. Dal 2013 ha saltato solo 24 partite per infortunio. Non ha intenzione di scioperare. Quando è rimasto una stagione più a lungo di quanto avrebbe voluto al Borussia Dortmund prima di trasferirsi al Bayern, ha segnato 20 gol in 31 partite di campionato»

Il calcio, scrive il Guardian, è un modo sporco, dove tutti cercano di sfruttare il prossimo. È per questo che «gli agenti sono un male necessario», anche se significa stare di fronte a casi come Mbappé. L’agente di Lewa, Zahavi, è un ex giornalista. Che capì presto che il modo migliore per massimizzare i suoi guadagni era cambiare giornale ogni quattro o cinque anni. Non è detto che nella scelta di Lewandowski influiscano solo i soldi, ci mancherebbe. Vincere l’undicesimo scudetto col club più importante di Germania, probabilmente, non lo stimola. Non c’è niente di incompiuto nella sua esperienza bavarese.

«La verità è che la gestione della situazione – sia da parte di Lewa che da parte del board del club – è stata goffa. Il direttore sportivo, Salihamidzic, è sempre stato allergico alla parte “politica”, diplomatica, del suo  lavoro. Quando Flick ha lasciato per diventare allenatore della Nazionale la scorsa estate, è stato degno di nota il fatto che il nome di Salihamidzic sia stato omesso dalla lunga lista di persone che ha ringraziato»

Per il Guardian, in conclusione…

«Forse non è irragionevole aspettarsi che i giocatori rispettino i contratti che hanno firmato ma, dopo otto anni estremamente produttivi al Bayern, è anche ragionevole pensare che Lewandowski meriti di meglio che sentirsi dire di stare zitto e di fare come gli è stato detto»

 

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