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La vicenda Sabatini-Iervolino dimostra che nessun proprietario delega la gestione del club

Tutti vogliono mettere bocca e avere l’ultima parola, non solo De Laurentiis. Ma anche Moratti, Berlusconi. Il concetto della carta bianca non esiste

La vicenda Sabatini-Iervolino dimostra che nessun proprietario delega la gestione del club
Empoli 14/05/2022 - campionato di calcio serie A / Empoli-Salernitana / foto Image Sport nella foto: Danilo Iervolino

La vicenda Sabatini-Iervolino ha dimostrato, qualora servisse una ulteriore conferma, che tutti i proprietari di squadre di calcio (da non confondere con i presidenti), non sono disposti a delegare tutto ai propri dirigenti e vogliono metter bocca nella gestione e avere l’ultima parola, non soltanto De Laurentiis. Facevano così anche Moratti (Recoba docet), Berlusconi (vedi mancata cessione di Pato al Psg, nonostante Galliani avesse già raggiunto l’accordo con i londinesi) e lo stesso Andrea Agnelli, che nel 2011 ingaggiò personalmente Antonio Conte, nonostante Marotta aveva già individuato in Walter Mazzarri l’allenatore cui affidare le sorti della Juve.

Chi dice/pensa che un proprietario dovrebbe affidarsi totalmente ad un dirigente e dargli “carta bianca”, evidentemente non sa quel che dice o, quantomeno, non conosce bene il calcio: finanche al Real Madrid o al Barcellona, dove i presidenti non sono i veri proprietari della società ma ricoprono un solo un incarico elettivo, i vari Perez, Bartomeu, Laporta, etc pretendono di avere potere decisionale, figuriamoci in Italia dove esiste ancora la figura del proprietario unico o dell’azionista di maggioranza!

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