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Zerbin, Zanoli, Gaetano: il Napoli dei giovani, eppure si muove

Zerbin esordisce in Nazionale, Zanoli nell’Under 21, Gaetano fa gol. Nessuno è Bellingham né Foden, Kvaratskheila è più giovane di tutti e tre ma qualcosa sembra cambiare

Zerbin, Zanoli, Gaetano: il Napoli dei giovani, eppure si muove
Db Cesena 07/06/2022 - Uefa Nations League / Italia-Ungheria / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alessio Zerbin

Qualche giorno fa, in un’intervista a Radio Rai 1, il grande Walter Sabatini ha avuto il coraggio di squarciare il velo d’ipocrisia che avvolge il dibattito del Bel Paese intorno ai più giovani e al calcio. «La maggior parte dei giovani stranieri – ha detto Sabatini – è migliore degli italiani». È una verità. Altrimenti – ci perdonino la schiettezza – non basterebbero duecento decreti crescita a penalizzarne l’impiego nel massimo campionato. E poi, se dipendesse da altri fattori – e non dal fatto che sono semplicemente più scarsi – i giovani italiani andrebbero a cercarsi all’estero, magari in altri paesi europei, lo spazio che non trovano in Italia. Un po’ come fanno i giovani ricercatori. Invece non lo fanno: spesso vivacchiano tra le panchine di A e il campionato di Serie B, perché quello – ad ora, e purtroppo – è il livello.

Va da sé che ci sono delle eccezioni: Donnarumma lo spazio se l’è conquistato (da protagonista) a sedici anni, Zaniolo a poco più di diciannove, lo stesso Chiesa a vent’anni era un titolarissimo della Fiorentina. E quindi no, non è vero che i ragazzi italiani non giocano sempre e solo per colpa degli altri. A volte degli stranieri (che avrebbero semplicemente la colpa di essere più forti), a volte degli allenatori poco coraggiosi o, ancora, delle società che non li valorizzano. Non è così. Se sei forte, se sei bravo a farti notare, giochi.

Ebbene, per venire alle vicende di casa Napoli, è ovvio che i giovani si possano anche comprare, e menomale. Ma è altrettanto inconfutabile che una società che in vent’anni riesce a portare ai massimi livelli un solo giovane prodotto dal vivaio (Insigne), qualche domanda debba farsela. E però è altrettanto fuori discussione che se – in questo deserto – d’improvviso s’assiste all’esordio di tre giovani azzurri in Nazionale, si ha la netta impressione che qualcosa si muova. Timidamente, forse. Con un po’ di fortuna, probabilmente. E grazie alle Nazionali, che spingono in tal senso. Ma non si può non segnalare che questa settimana ha visto l’esordio in Nazionale maggiore di Alessio Zerbin (classe ’99), la prima presenza in Nazionale Under 21 di Alessandro Zanoli (classe ’00) e il gollaggiro all’esordio da titolare – sempre in Nazionale Under 21 – di Gianluca Gaetano (classe ’00). Sono tre ragazzi di proprietà del Napoli. A questi s’aggiunge Ambrosino, il diciannovenne procidano ch’è stato dominatore (e miglior attaccante) del campionato Primavera e che qualche settimana fa s’è preso pure il posto nell’Italia Under 19.

Zanoli nella scorsa stagione è rimasto agli ordini di Spalletti, e non ha mal figurato quando ha dovuto sostituire uno stakanovista come Di Lorenzo, un calciatore che lascia le briciole a chi gli fa panchina. Zerbin e Gaetano hanno giocato in Serie B. Il primo al Frosinone, dove s’è imposto quando forse manco lui se l’aspettava più: una stagione da 9 gol e 3 assist consegna allo staff tecnico del Napoli quantomeno l’obbligo di valutarlo; il secondo alla Cremonese, tra i protagonisti della storica promozione dei ragazzi di Pecchia. Quella di Gaetano è una situazione un po’ diversa: di lui si parla benissimo da anni, in Primavera faceva sfracelli. Ancelotti lo fece pure esordire in Champions. Poi s’era un po’ perso. Quest’anno si può serenamente affermare che ha fatto la differenza. Gol, assist, giocate d’alta scuola. E soprattutto una versatilità da calciatore moderno, che gli permette di giocare da trequartista ma anche davanti alla difesa, quasi con gli stessi risultati. Nel calcio di oggi, è noto, i compiti contano assai più dei ruoli. Per parlare di Ambrosino è meglio aspettare ancora un po’, ma le premesse (e i venti gol stagionali) consigliano di tenerlo d’occhio.

Insomma, sebbene sia opportuno chiarire che non ci sembra che ci sia Bellingham, né Pedri né tantomeno Foden all’orizzonte, benché della «scugnizzeria» non ci sia traccia, per quanto il buon Kvaratskheila sia più giovane di tutti e tre (Zanoli, Gaetano e Zerbin) e nonostante i milioni di nonostante, a noi sembra che stia cominciando ad affacciarsi, dai settori giovanili del Napoli, qualche proposta quantomeno interessante. Che raccoglie l’attenzione di Mancini, di Nicolato e delle Nazionali giovanili. In un’estate di profonda rifondazione è il caso d’appuntarselo, ché non si sa mai.

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