L’inchiesta sui disordini allo Stade de France: «solo 209 agenti. Un fallimento sia nella gestione che nella preparazione dell’evento, Macron prenda posizione»
Dopo un’inchiesta durata un mese, è arrivato oggi il rapporto finale della commissione cultura, istruzione e comunicazione del Senato francese sui disordini all’esterno dello Stade de France in occasione della finale di Champions League del 28 maggio scorso, tra Liverpool e Real Madrid. La commissione presieduta da François-Noël Buffet e Laurent Lafon ha presentato le sue conclusioni. Ne scrivono L’Equipe e Le Parisien.
Il rapporto del Senato – 14 pagine in cui si parla di “fiasco inevitabile” – sottolinea che gli incidenti accaduti sono il risultato di una “sequenza di malfunzionamenti”, evidenzia un “fallimento” sia nella gestione che nella preparazione dell’evento, di un “indebolimento dei dispositivi messi in atto” e di una “temporanea perdita di controllo della situazione prima della partita e al termine di essa”. Sottolinea anche “significativi fallimenti riguardanti l’intelligence” che hanno impedito la previsione della presenza di un gran numero di criminali lungo i percorsi dove avrebbero dovuto passare i tifosi delle due squadre.
In particolare, la relazione critica la “sottodimensionata protezione dei beni e delle persone”, evocando i numerosi atti di delinquenza denunciati dai tifosi di entrambe le squadre prima e dopo la partita.
La presenza di questi delinquenti, sebbene su una scala apparentemente senza precedenti, era prevedibile. Nei giorni precedenti l’evento, lo staff dello Stade de France e il sindaco di Saint-Denis hanno rilevato un’insolita eccitazione attorno alla partita e allo stadio. Il giorno della partita 209 agenti di polizia sono stati dispiegati intorno allo Stade de France per combattere la criminalità. Meno di una settimana dopo, per la partita della Francia contro la Danimarca erano 650.
Viene preso di mira il prefetto di polizia Didier Lallement, che lascerà il suo incarico tra una settimana: l’istituzione di un sistema di prefiltraggio “abbinato alla verifica della validità dei biglietti da parte degli steward, ha creato un collo di bottiglia in termini di accesso per gli spettatori in uscita dalla RER D. In questo settore, su una passerella che costeggia l’autostrada A1, tra le 10mila e le 15mila persone, per lo più tifosi del Liverpool, si sono trovate bloccate prima che lo sbarramento saltasse un po’ più di un’ora prima del calcio d’inizio previsto della partita, posticipato poi di oltre mezz’ora.
Anche la Uefa è presa di mira nel rapporto. L’organismo europeo è criticato per la mancata implementazione di un dispositivo per identificare a monte la moltiplicazione delle banconote contraffatte. I biglietti falsi identificati ai tornelli sono stati 2.471. La Uefa ha anche “involontariamente” partecipato al blocco dei punti di pre-screening imponendo controlli sulla validità dei biglietti in questo settore.
Gli organizzatori, per il Senato, si sono mossi troppo tardi per adattarsi alla situazione problematica. Il rapporto sottolinea l’assenza di piani alternativi per organizzare un nuovo smistamento degli spettatori in viaggio verso lo stadio e denuncia “la mancanza di una sufficiente reattività” quando il punto di accesso è diventato congestionato.
Fin dall’inizio, e soprattutto dalle 18:30, era nota la significativa differenza di presenze tra la linea D e la linea B, sottolineano i senatori. Tale situazione non ha però suscitato alcuna reazione rapida per riorientare i flussi, né da parte degli steward, né degli organizzatori e neppure dalla Questura, che hanno provveduto al riorientamento solo alle 7:18, troppo tardi per consentire il mantenimento del sistema di prefiltraggio, che infatti è saltato circa mezz’ora dopo.
La Questura è criticata per non aver reagito in modo sufficientemente tempestivo per rafforzare il personale preposto alla lotta alla delinquenza “nonostante le molteplici intrusioni e furti a partire da mezzogiorno del 28 maggio”. L’uso massiccio di gas lacrimogeni da parte della polizia per tenere lontane migliaia di persone dai cancelli dello Stade de France una volta invaso il piazzale, poi, “è sembrato particolarmente aggressivo nei confronti dei sostenitori provenienti da paesi dove questo metodo non è praticato.
In conclusione, la commissione del Senato afferma che “l’analisi fatta dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin non era quella giusta” e che gli incidenti allo Stade de France “non sono legati alla presenza di tifosi del Liverpool”. Anzi, è scritto nero su bianco che i tifosi non hanno alcuna responsabilità. Eppure a loro avevano dato la colpa Darmanin e il ministro dello Sport Amélie Oudèa Castera. Il ministro dell’Interno ha ammesso la sua parte di responsabilità solo alla fine di giugno.
“Questo riconoscimento graduale e tardivo contrasta con il desiderio di coinvolgere i tifosi della squadra del Liverpool che ha caratterizzato le prime dichiarazioni ufficiali”, si legge nel rapporto. Il desiderio pubblico di far apparire la presenza dei tifosi britannici come l’unica causa della situazione di caos vissuta dallo Stade de France, con l’obiettivo probabile di voler nascondere le scelte organizzative sbagliate, non è accettabile.
I senatori invitano il presidente della Repubblica Emmanuel Macron e il Primo Ministro Élisabeth Borne a prendere posizione su questo fiasco, cosa che le due figure più importanti dello Stato non hanno ancora fatto.
“Data la posta in gioco per la Francia, è necessario che il Presidente o il Primo Ministro si esprimano”.
Soprattutto in vista della preparazione della Coppa del Mondo di rugby del 2023 e dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024, competizioni che si svolgeranno in parte all’interno dello stadio di Saint-Denis.
Il presidente della commissione legislativa, François-Noël Buffet, si rammarica del fatto che
“quello che ci mancherà per sempre sono le immagini”.
Le registrazioni video dello Stade de France, quelle della RATP e di parte della SNCF non esistono più perché non sono state requisite dalle autorità giudiziarie prima della loro cancellazione automatica. In questa circostanza i senatori vedono “una manifesta assenza di volontà di fare luce sulle responsabilità”. La scomparsa che più irrita i senatori è quella delle immagini delle quattro telecamere puntate verso l’esterno agli angoli dello stadio.
“Né il consorzio dello Stade de France, che avrebbe dovuto avere la presenza di spirito di interrogare le autorità giudiziarie entro il termine di sette giorni, né la questura, né la procura di Bobigny, hanno agito diligentemente per salvare le prove essenziali alla scoperta della verità”.
Il rapporto raccomanda inoltre di estendere, caso per caso, a un mese, ovvero la durata massima legale, il periodo di conservazione di tali immagini. Oggi restano solo gli atti della questura, quelli della città di Saint-Denis e parte di quelli della SNCF. Le due commissioni non avevano l’autorizzazione della giustizia per visualizzare queste immagini.
In previsione delle prossime competizioni sul suolo nazionale, il rapporto emette anche quindici raccomandazioni per la Uefa, il Fff, il Consorzio Stade de France, Ratp, Sncf, la prefettura di polizia, il Parlamento, il Ministero dell’Interno e lo Stato.