Al Messaggero: «Il Festivalbar del ’95? Fiorello mi provocò nel backstage. Mi arrabbiai per il playback. Dal pubblico mi tirarono una biglia».

Il Messaggero intervista Gianluca Grignani. A Sanremo ha affiancato Irama nella serata dedicata alle cover. E’ finito nel mirino delle polemiche perché aveva il viso gonfio che lo rendeva quasi irriconoscibile.
«Le critiche non mi hanno ferito, ci sono abituato. Ho letto tutto una settimana dopo. Hanno detto che ero gonfio: vero, avevo preso il cortisone per un abbassamento della voce. Alla fine si è parlato solo di me: è come se il Festival lo avessi vinto io. Per me non esistono regole quando si sale sul palco».
Sui social è tornato a circolare il video di una disastrosa esibizione alla finale del Festivalbar ’95 con “Falco a metà”: litigò con il pubblico, sbraitò contro il cameraman, si voltò e se ne andò.
«Arrivai sul palco già nervoso. Fiorello (in gara con un remix di Un mondo d’amore, ndr) nel backstage mi aveva provocato, dicendomi cose che non posso riferire. Corsi sul palco. Mi introdussero dicendo le solite sciocchezze. Io volevo cantare e avevo chiesto di poterlo fare dal vivo. Avevo preparato un’esibizione particolare. Scoprii invece che c’era il playback. Mi infuriai».
Perché se la prese con il pubblico?
«Uno mi tirò una biglia: mi prese sotto l’occhio. Lo puntai. Volevo scendere e prenderlo a pizze, la sicurezza mi fermò».
Vasco l’ha omaggiata durante i suoi concerti citando “L’aiuola” su “Ti taglio la gola”: ha apprezzato?
«Certo. Siamo simili: c’è una base di ribellione comune. E poi ci piace ad entrambi godere tantissimo».
Si ha l’impressione che a lui e solo a lui sia tutto concesso, nell’era del politically correct. Altri sarebbero messi alla gogna, a cantare “ti taglio la gola”. Perché?
«Ha un bonus. E poi è furbo: cita “l’aiuola” nella sua canzone proprio per eludere le polemiche. Ha usato me per non essere messo alla gogna. Chi lo conosce bene dice che è un serpente ammaliatore».