Sul mercato ogni anno, ma la richiesta del presidente della Lazio è altissima. Lui non forza la mano: Sarri ne ha aumentato il rendimento
Su Libero, Claudio Savelli scrive dello strano destino di Sergej Milinkovic-Savic. Tutte le estati finisce sul mercato ma poi nessuno lo compra per il prezzo altissimo a cui lo venderebbe il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Savelli lo definisce proprio un prigioniero di Lotito.
“Strano ma vero, Sergej Milinkovic-Savic è ancora al suo posto. La certificazione di miglior centrocampista della serie A solitamente contiene un biglietto aereo per il campionato più ricco e competitivo del mondo, come è accaduto con i vari Lukaku, Pogba e compagnia negli scorsi anni, invece nulla si muove. E il Sergente, di conseguenza, non si schioda da Roma”.
“Una stranezza considerando che ogni maledetta estate finisce sul taccuino di tutti ma poi rimane sulla lavagnetta dell’allenatore della Lazio, in questo caso Maurizio Sarri”.
Con il tecnico c’è un rapporto di reciproca riconoscenza. Grazie a Sarri il rendimento di Milinkovic è aumentato notevolmente.
“Milinkovic è consapevole che difficilmente altrove raggiungerebbe un simile rendimento e per questo non forza la cessione: si accontenta e gode”.
Sa che cambiare maglia è rischioso, ma nel suo caso pesa soprattutto la variabile Lotito, appunto.
“L’altra variabile che rende il caso di Milinkovic-Savic strano, unico e forse irripetibile è Lotito. Il presidente ha dichiarato di «aver rifiutato un’offerta da 110 milioni» nell’agosto 2018, quando il serbo aveva 23 anni. Ora che ne ha 27 ed è all’apice dello splendore, l’Arsenal ne offre 55, la metà: per il numero uno biancoceleste è logico dire «no, grazie» e per le squadre italiane, tra cui soprattutto la Juventus che lo desidera da anni, è doveroso valutare soluzioni più economiche. Quello di Lotito è un gesto tanto ammirevole quanto rischioso perché da un lato permette alla Lazio di godere di un talento sopra la media della rosa, dall’altro impedisce di guadagnarci il massimo possibile e investire quei soldi per costruire una rosa più bilanciata e competitiva. Il paradosso, infatti, è che per un Milinkovic in campo c’è almeno un ruolo scoperto, ad esempio il terzino sinistro, e altri di certo non all’altezza”.
“Senza Milinkovic-Savic non c’è la Lazio e senza Lazio non riesce a stare Milinkovic-Savic. È un bel matrimonio, finché “offerta fuori mercato” non ci separi”.