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Lory Del Santo: «Ho frequentato Gianni Agnelli per due anni, mi voleva alle sue cene per soli uomini»

Al CorSera: «Sono nata in una stalla, sono quasi morta di polmonite. I miei ricordi sono tutti di mamma che non mi capiva».

Lory Del Santo: «Ho frequentato Gianni Agnelli per due anni, mi voleva alle sue cene per soli uomini»
Lory Del Santo

Il Corriere della Sera intervista Lory Del Santo. Una lunga chiacchierata in cui racconta i tanti amori illustri che hanno costellato la sua vita. Come Adnan Khashoggi.

«Era un giocoliere, divertente, non alto, rotondetto. Rideva sempre, aveva occhi furbastri. Misi a frutto l’inglese imparato coi libricini “cento frasi fatte”. Ci avevo speso le notti a studiare: volevo fare la modella a Londra, a Parigi».

Il suo primo ricordo da bambina?

«Mio padre nella bara. L’unico ricordo che ho di lui. Non mi spiegavo perché dormisse in un letto non suo. Avevo tre anni e mezzo. Il secondo ricordo è mia madre che non mi capiva. Quanti ricordi uno può avere? I miei sono tutti di mamma che non mi capiva: non ha mai avuto fiducia in me, non m’ha creduta per tutta la vita».

Sulla sua infanzia:

«Sono nata nella stalla, papà, contadino, voleva diventare allevatore e aveva sei mucche. In casa, non c’erano i vetri alle finestre, sono nata e quasi morta di polmonite. Poi, mamma resta vedova e povera, con due figlie. Lavorava nei campi, non l’ho mai vista seduta a far nulla».

Che bimba è stata?

«Paurosa. Avevo paura di sbagliare ed essere punita. Sono cresciuta nell’idea di essere un peso. Se sognavo qualcosa, era fuggire e non essere mai più di peso a nessuno».

Ha frequentato anche Gianni Agnelli.

«L’ho frequentato per due anni, voleva che fossi sempre lì: a Parigi, a Torino, in barca… Mi voleva alle sue cene per soli uomini, con lui, Jas Gawronski, Mario d’Urso… Credo che tanti uomini mi hanno voluta perché sono di compagnia, rispettosa, non pretendo nulla. Non sono mai stata con qualcuno per un ritorno economico, ho amato l’unicità, l’intelligenza, l’eclettismo. Se c’è un uomo irraggiungibile, mi piace dire: l’ho conosciuto».

Nella vita, dice, si è divertita. C’è stato spazio anche per George Harrison («ci sono stata tre giorni. Fece chiudere la piscina di un hotel 5 stelle per stare da solo con me. Face arrivare sushi, fu pazzesco. Parlammo per ore»), Dodi Al Fayed («fu l’estate prima di Diana. Lo conobbi al Byblos di Saint Tropez. Stemmo insieme per un long weekend. Mi presentò addirittura suo padre») e, naturalmente, Eric Clapton, con cui ha avuto un figlio, Conor, che a cinque anni è morto cadendo dal 53esimo piano.

«Il destino è fatto di secondi. Due secondi prima, non sarebbe successo. Chissà quante volte per due secondi le cose invece non sono accadute e magari sono rimasta viva io. Ora, vado avanti pensando: ci sono ancora. Se no, entri in depressione e non ne esci. È come essere sepolto vivo, ti buttano col badile la terra sopra e tu vedi tutto, ma quando vanno via tu, con un dito, riesci a liberarti. Vedo quest’immagine di continuo. E che tiro fuori le dita e sopravvivo».

Ha perso anche un altro figlio, Loren, che si è suicidato a 19 anni. Soffriva di anedonia.

«Gliel’hanno diagnosticata postuma. Io ho sempre solo pensato che fosse speciale, perché era bravo, buono, non si è mai drogato o avuto brutte amicizie. Come immaginare una malattia mentale? A scuola, gli insegnanti mi dicevano: sta sempre da solo, ma è bravo. L’unica anormalità era che era troppo intelligente: parlava poco, ma se parlava, diceva cose fulminanti».

Perché non si è mai sposata?

«Perché, quando finisce, si parla sempre di denaro e non mi è mai interessato il denaro».

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