A La Verità: «La parità dei sessi è equivalente. A forza di insistere restiamo sole, perché gli uomini non ci vogliono più».

Su la Verità un’intervista a Corinne Cléry. Vive in Italia da 50 anni. Abita vicino Viterbo, a cinque chilometri dal centro abitato, in mezzo alla natura.
«Ho lasciato Roma da tre anni. Qui si sta un po’ meglio. Ho bisogno dei miei spazi, anche intellettuali».
«La mia vita si è svolta soprattutto in Italia e mi sento molto italiana».
Come avvenne l’incontro con il cinema italiano?
«In maniera divertente. Ero in barca in Sardegna, in agosto, con il mio secondo marito, molto denudata. A un certo punto vediamo un signore un po’ grosso che giunge a nuoto guardandomi. Mi disse: “Tu farai il mio nuovo film”. Risposi: “No!”. Alla fine siamo diventati amici e così nacque Bluff, con Adriano Celentano ed Anthony Quinn».
Il film che la rese famosa, nel 1975, fu Histoire d’O, di Just Jaeckin. Le chiedono cosa pensa del femminismo.
«A me non piacciono le donne che si pongono contro il genere maschile. Mi piacciono quelle che si fanno strada da sole. I diritti devi guadagnarteli, così come lo fa l’uomo. La parità dei sessi è equivalente. A forza di insistere restiamo sole, perché gli uomini non ci vogliono più. Dopo Histoire d’O le femministe mi attaccarono, ma quei nudi erano un vestito di scena di una donna succube di un uomo. Sul rispetto non transigo, la libertà costa e amo la donna che si batte per sé, senza contrapporsi all’uomo».