In totale sono ben trentadue i calciatori argentini transitati da qui. Alcuni (Maradona, Sivori, Higuain, Lavezzi, Pesaola) hanno lasciato un ricordo indelebile
Con l’acquisto di Giovanni Pablo Simeone detto “El Cholito”, il Napoli, dopo sei stagioni, ritorna a parlare…. “argentino”.
Era infatti dall’estate 2016, anno del doloroso passaggio di Gonzalo “Pipita” Higuain all’odiata Juventus mediante l’esercizio della clausola rescissoria, che il Napoli non annoverava più in rosa calciatori provenienti dal Paese patria del tango, interrompendo un connubio, quello tra Napoli e Argentina, che per molti versi si potrebbe definire storico, un legame tra due popoli molto simili tra loro e saldato dalla settennale permanenza alla falde del Vesuvio del “Dio del calcio” Diego Armando Maradona.
Ma vediamo più nello specifico chi sono stati, oltre ai succitati Simeone, Higuain e Maradona gli altri calciatori “albicelesti” ad aver indossato negli anni la maglia azzurra del Napoli.
Il primo in assoluto fu il centrocampista Carlos Martin Volante (calciatore famoso per aver dato il nome al ruolo del “volante”, molto in voga nel calcio sudamericano…) che giocò nel Napoli nella stagione 1931/32 proveniente dal Club Atletico Platense. Successivamente nella stagione 1934 dal Genoa arrivò l’attaccante Guillermo Stabile e l’anno successivo dal Livorno fu prelevato Antonio Ferrara (anch’egli attaccante). Tre anni più tardi, nel 1940, fu la volta di Evaristo Barrera arrivare a Napoli dalla Lazio mentre nel 1952 approdò in azzurro dal Novara Bruno Pesaola detto “El Petisso”, che vi rimase per otto stagioni e, successivamente, ha allenato il Napoli in ben quattro periodi differenti: nella stagione 1962/63 (portando il Napoli dalla B alla A e vincendo la Coppa Italia direttamente dalla seconda divisione), dal 1964 al 68, nella stagione 1976/77 (quando condusse gli azzurri ad una storica e “controversa” semifinale di Coppa delle Coppe contro i belgi dell’Anderlecht) e nella stagione 1982/83 (quando, subentrato insieme a Gennaro Rambone al posto dell’esonerato Giacomini, centrò una “miracolosa” e a lungo insperata salvezza).
Nel 1960, proveniente dall’Alessandria, arrivò in riva al golfo Juan Carlos Tacchi, che militò in azzurro fino al 1966, mentre nel 1965 ad arrivare al Napoli, dalla Juventus, fu la volta di un altro indimenticato argentino: Omar Sivori (che vestì la maglia azzurra per tre stagioni, durante le quali collezionò in totale settantasei presenze mettendo a segno sedici reti).
Il primo calciatore proveniente dalla “Terra del fuoco” ad arrivare a Napoli dopo il 1980, anno della “riapertura delle frontiere”, fu Ramon Angel Diaz, prelevato nell’estate del 1982 dal River Plate e che rimase a Napoli soltanto una stagione, nella quale totalizzò trentasette presenze e otto tra campionato e Coppe, prima di essere ceduto all’Avellino (per poi passare in seguito alla Fiorentina e, successivamente, all’Inter, con cui vinse lo scudetto nel 1989). Due anni dopo, nel 1984, a Napoli arrivano Diego Armando Maradona (prelevato dal Barcellona per la cifra record di 14 miliardi di lire) e Daniel Bertoni (dalla Fiorentina); il primo, in sette anni ha fatto la storia del club (259 presenze, 115 reti, due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, due secondi posti, una finale di Coppa Italia persa e un titolo di capocannoniere della Serie A al suo attivo), il secondo, invece, è rimasto per due stagioni (sessantatré presenze e diciotto reti siglate).
Nel 1995, quattro anni e mezzo dopo la partenza di Maradona da Napoli, è la volta di Roberto Fabian Ayala approdare a Napoli, primo difensore argentino a vestire la maglia del club campano. Il libero (anche se a Napoli fu impiegato inizialmente in marcatura dal momento che, al suo arrivo, nel ruolo di libero già giocava il brasiliano Andrè Cruz) argentino, arrivato in prestito dal Parma che a sua volta lo aveva prelevato dal River Plate, rimase in azzurro per tre stagioni (novantasei presenze e un gol realizzato), mentre due anni più tardi, nella stagione 1997/98 (quella passata tristemente alla storia per la nefasta retrocessione in Serie B con appena quattordici punti conquistati e per i ben quattro allenatori che si sono alternati nel corso dell’anno sulla panchina azzurra) dall’Indipendiente arrivò a Napoli per sette miliardi e mezzo di lire il centravanti Josè Luis Calderon, che totalizzò appena sette presenze e zero reti (a fronte delle oltre duecento realizzate in carriera), prima di essere rispedito al mittente nel gennaio ‘98 per appena due miliardi! Passano altri due anni e nell’estate 1999 dall’All Boys (da non confondere con il Newell’s Old Boys…) giunge nel capoluogo partenopeo il centravanti Gabriel Bordi detto El Tanque che però nel Napoli colleziona appena due presenze (e zero reti) mentre nel gennaio 2000, in prestito dal Parma, arriva l’esterno offensivo Luciano Galletti, undici presenze e due reti (di cui una decisiva, a Cosenza, per il ritorno degli azzurri in Serie A).
Al suo ritorno in massima serie dopo due anni in B, il Napoli si “regala” in un colpo solo ben tre calciatori argentini: il difensore centrale Facundo Quiroga, prelevato in prestito dallo Sporting Lisbona (ventotto presenze e zero reti) senza venir poi riscattato a fine stagione, l’esterno difensivo mancino Mauricio Pineda, arrivato in prestito dall’Udinese società cui ha fatto ritorno a fine anno (ventidue presenze e zero reti) e il centrocampista difensivo Claudio Husain detto El Picapietre (lo spaccapietre), arrivato dal River Plate via Parma e che, a differenza degli altri due, rimase a Napoli fino alla stagione 2002/03, con un periodo di sei mesi trascorsi in prestito al River, squadra alla quale fu poi ceduto definitivamente dopo esser sceso in campo in tutto quarantaquattro volte con la maglia del Napoli (e aver realizzato una rete). Nella sessione invernale del mercato 2002 dall’Udinese arriva il difensore argentino con passaporto spagnolo Esteban Lopez che però colleziona una sola presenza (alquanto disastrosa) nella sconfitta per 3-1 patita a Salerno per mano dei granata di Zdenek Zeman.
E siamo così arrivati all’estate 2004, quella che vide la neonata “Napoli Soccer” targata Aurelio de Laurentiis e Pierpaolo Marino ripartire dalle ceneri della Serie C e affidarsi alle gesta di Roberto “El Pampa” Sosa, arrivato dall’Udinese e rimasto a Napoli per quattro stagioni, durante le quali ha totalizzato centotrentuno presenze e trenta reti ed è stato tra i protagonisti della risalita degli azzurri dalla C alla A. Tornato in massima Serie il Napoli nell’estate 2007 acquista dal San Lorenzo uno degli calciatori argentini più amati di sempre, ossia il Pocho Ezequiel Lavezzi, che resta in azzurro fino alla stagione 2011/12 (quando poi viene prelevato dei francesi del Paris Saint Germain) per un totale di centottantotto presenze, quarantotto reti e una Coppa Italia conquistata; a gennaio del 2008 lo raggiunge il connazionale Nicolas Navarro (portiere acquistato dall’Argentinos Junior) che però nel suo anno e mezzo a Napoli (25 presenze in tutto) verrà ricordato più per le sue scorribande notturne insieme all’amico Lavezzi. Nell’estate 2008, dall’Indipendiente, arriva German Denis, anche lui detto El Tanque come Bordi, ma che a Napoli lascerà un ricordo decisamente diverso da quello del suo “predecessore” (settantadue presenze e quindici reti nelle sue due stagioni in azzurro prima di passare all’Udinese). A gennaio 2009 è la volta del centrocampista offensivo Jesus Datolo, prelevato nel mercato invernale dal Boca Junior e presentato in grande stile con tanto di giro di campo all’ex San Paolo: resterà a Napoli solo dodici mesi (sarà ceduto a gennaio 2010 ai greci dell’Olimpiakos) durante i quali collezionerà venticinque presenze e soltanto una rete (quella del momentaneo pareggio nella “storica” vittoria in rimonta a Torino contro la Juve, partita nella quale fornisce anche l’assist ad Hamsik nel gol dell’1-2 e fa partire l’azione del gol vittoria!). Nell’estate 2009 il Napoli preleva dalla Sampdoria il roccioso difensore destro Hugo Campagnaro che resterà in azzurro per quattro stagioni (centoquarantrè presenze, quattro reti e una Coppa Italia al suo attivo, prima di seguire all’Inter il suo “mentore” Mazzarri, che lo aveva allenato anche alla Samp), mentre l’anno successivo ad arrivare in riva al golfo è Josè Sosa, detto El Principito, proveniente dai tedeschi del Bayern Monaco e rimasto a Napoli soltanto una stagione nella quale ha totalizzato trentuno presenze e un gol.
Ma è nella stagione 2011/12 che la colonia argentina del Napoli raggiunge il suo tetto massimo dal momento che ai già presenti in rosa Lavezzi e Campagnaro si aggiungono il difensore centrale Federico Fernandez, acquistato dall’Estudiantes (sessantaquattro presenze e due reti per lui prima di essere ceduto nell’estate 2014 ai gallesi militanti in Premier League dello Swansea e dopo aver trascorso, nella stagione 2012/13 sei mesi in prestito agli spagnoli del Getafe), l’attaccante esterno Mario Santana, svincolatosi dalla Fiorentina (per lui solo undici presenze e nessuna rete nei suoi sei mesi trascorsi in maglia azzurra), il difensore centrale di piede mancino Ignacio Fideleff, arrivato dal Newell’s Old Boys (quattro presenze e tanti prestiti) e l’oggetto misterioso Cristian Chavez (appena due presenze, tra cui l’esordio a San Siro contro l’Inter nella gara vinta dagli azzurri per 3-0, durante la quale si fa notare per un tunnel ai danni del forte difensore brasiliano Lucio).
Dopo le tre meteore arrivate nell’estate 2011, in quella del 2013 approda in azzurro uno degli attaccanti argentini al tempo stesso più amato e odiato dai tifosi partenopei: Gonzalo Higuain. Acquistato dal Real Madrid (insieme al difensore Albiol e all’esterno offensivo Callejon) per sostituire al centro dell’attacco e nei cuori dei tifosi l’uruguaiano Edinson Cavani, il Pipita resta in Campania per tre stagioni nelle quali veste la maglia del Napoli in 146 occasioni andando a segno per ben novantuno volte, vincendo una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e la classifica marcatori nel 2015/16, anno in cui fissa il record di trentasei reti realizzate in Serie A (successivamente eguagliato da Ciro Immobile) ma al termine del quale passa ai rivali della Juventus facendo andare su tutte le furie i tifosi azzurri.
L’ultimo in ordine cronologico ad approdare al Napoli, prima dell’arrivo di Simeone, è stato il portiere Mariano Andujar, arrivato dal Catania nell’estate 2014 e rimasto a Napoli per una sola stagione durante la quale ha totalizzato ventisette presenze tra campionato e Coppe.
In totale sono ben trentadue (di cui due oriundi, Pesaola e Sivori, ed uno col passaporto spagnolo…) i calciatori argentini che hanno finora vestito i colori del Napoli, alcuni dei quali (Maradona, Sivori, Higuain, Lavezzi, Pesaola) hanno lasciato, nel bene o nel male, un ricordo indelebile nei cuori azzurri, altri invece (Chavez, Fideleff, Esteban Lopez, Pineda, Santana, Calderon) assolutamente nulla; non ci resta pertanto che chiudere questa carrellata di nomi aspettando di vedere come si comporterà il Cholito all’ombra del Vesuvio e, quindi, in quale dei due gruppi andrà ad aggiungersi il suo nome!