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Orietta Berti: «Al primo appuntamento Osvaldo mi regalò una bella forma di Grana»

La cantante è intervistata dal CorSera con il marito, che racconta: «Ci telefoniamo venti volte al giorno, lei è sempre in ansia, si preoccupa per me». 

Orietta Berti: «Al primo appuntamento Osvaldo mi regalò una bella forma di Grana»

Il Corriere della Sera intervista Orietta Berti e suo marito Osvaldo Paterlini. Si sono conosciuti nel 1964 ad una sagra e da quel giorno non si sono più lasciati. Dopo un fidanzamento di due anni, arrivò il matrimonio, che dura da 55 anni. Hanno due figli: Omar e Otis.

Chi fece il primo passo? La Berti racconta:

«Lui mi fece sapere, tramite un amico, che avrebbe avuto piacere di venire a trovarmi a casa. Io abitavo con la mamma e la nonna: Osvaldo si presentò con una bella forma di Grana».

Iniziarono a frequentarsi, ma Osvaldo non piacque subito alla mamma e alla nonna di Orietta.

«Nonna mi prese da parte allarmata: “Lascia perdere, è troppo secco, mi sa che è malato”. All’epoca bisognava essere belli grassi per piacere a mamme e nonne. Non la ascoltai, per fortuna».

Osvaldo racconta:

«Da allora io l’ho accompagnata dappertutto nella sua carriera. Ho smesso di fare il mestiere che facevo. Da qualche anno, però, ho qualche problemino di salute: un brutto glaucoma, sono stato operato otto volte, da un occhio non ci vedo. Così con lei va nostro figlio Otis. Però ci telefoniamo venti volte al giorno. Lei è sempre in ansia. Se, per dire, io vado dal barbiere, che sta a cento metri da casa, Orietta si preoccupa. Mi chiama, vuole sapere sempre dove sono».

Osvaldo continua:

«Se lei non è in casa per quattro o cinque giorni di fila, mi manca, sono triste. È una forma di gelosia ma non nel senso tradizionale della parola. Sono geloso del suo lavoro, del suo pubblico che può averla vicino. Mi manca fisicamente, voglio sentirla parlare, voglio sentire le sue mille idee quotidiane, alcune assurde, va detto, perché questa donna qui non smette mai di inventarsi cose. Una canzone, un programma, un video. Io cerco di placarla e di farle capire che tutto non si può fare, deve imparare a scegliere».

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