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Spalletti: «Quale allenatore rinuncerebbe ad allenare Ronaldo? Ma non c’è nessuna trattativa»

In conferenza: «De Laurentiis ha detto che non ha ricevuto ancora nulla di reale. Osimhen? Il rischio della distrazione del mercato con uno come lui si corre sempre, è un top».

Spalletti: «Quale allenatore rinuncerebbe ad allenare Ronaldo? Ma non c’è nessuna trattativa»

Alla vigilia di Fiorentina-Napoli, il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, presenta il match in conferenza stampa.

Stava guardando lo United e Ronaldo che entrava in campo?

«Mi è sembrato fosse in panchina… ah, me la son persa».

Nella sua straordinaria collezione di maglie, una azzurra di Cristiano le piacerebber?

«Certo, chiunque vorrebbe avere le maglie che ha indossato Cristiano di tutte le squadre dove ha giocato, se avesse giocato anche nel Napoli anche quella».

Ci può giocare?

«Se mi chiede se lo allenerei volentieri, quale allenatore rinuncerebbe a questo, da portarsi dietro per sempre? Ma De Laurentiis ha detto che per ora non ha ricevuto nulla di vero, perciò si rimane realisti, manca poco alla fine del mercato, la vedo dura. Poi bisogna sentire Giuntoli».

Come vede Osimhen?

«Per uno come Osimhen il mercato è sempre aperto, se si sveglia un arabo, lui è uno di quelli che possono essere scelti dai grandi club. Il rischio della distrazione rivolta al mercato con uno come lui si corre sempre, è un top».

«Le cose non vanno messe assieme. Non è uno scambio tra i due calciatori, uno dovrebbe essere acquistato, l’altro no. Qui si parla di uno che ha vinto più Champions, ha fatto più gol, può stare ovunque in campo, risolve le cose anche da solo, per cui il problema non sussiste in alcun verso, noi ora dobbiamo prendere in considerazione quello che abbiamo e quello che ci può dare una bella prestazione a Firenze. E Osimhen deve fare il protagonista»

Su Ndombele:

«Ha fatto vedere di essere abbastanza in condizione in amichevole, i dati lo dicono. Siamo contenti, in lui è visibile la modernità di gioco, l’anticipazione del passaggio, la visione del vuoto, ci verrà comodo».

Sulla partita con la Fiorentina:

«Le difficoltà sono tante. Ormai la Fiorentina fa parte del condominio di cui abbiamo parlato spesso. Italiano ha fatto vedere di saper fare il suo lavoro in maniera perfetta, l’anno scorso ci hanno messi sempre in difficoltà e hanno anche vinto, sono una squadra che ha impatto fisico, che viene addosso, perciò per noi è fondamentale muovere la palla per creare spazi per prendercene i vantaggi. Le squadre che fanno questo però hanno fisicità, questo modo di venirti a marcare che diventa difficile per la velocità di gioco acchiappare gli spazi. La mia squadra mi sembra in buona condizione, come la Fiorentina. Il mio ricordo di Firenze è una roba da strappacuore ogni volta che ci penso, andavo sempre a vedere la Fiorentina in curva con gli amici con le bandiere, da bambino ero tifoso della Fiorentina, ho tanti amici a Firenze, anche quello che mi aggiusta le biciclette e mi prende in giro per le partite. Era contento di averci tolto lo scudetto (ride, ndr). Per me sarà emozionante entrare lì e trovare Ciccio Rialti in sala stampa, sarà tutto bellissimo».

«Sono soddisfatto del mercato fatto fin qui. Meret ha fatto due grandi partite, Sirigu è un portiere di grande esperienza».

Fabian come vive il momento? Per i portieri ci sono già gerarchie definite?

«Non sarà felicissimo, Fabian, ma nel confronto, nel dialogo, ce le siamo dette due cose ed è tutto in base alla volontà di chiunque, quello che sta succedendo. Per i portieri, ogni settimana si guarda cosa succede e si fanno le valutazioni. Nel calcio moderno il portiere è un ruolo come gli altri, che si può cambiare di partita in partita, non per forza deve essere titolare sempre, perché? Non è che si aspetta di perdere 4 partite per valutare un portiere alla quinta. Hai 5 minuti in allenamento per convincermi che puoi giocare in una partita, sennò non giochi».

Che atteggiamento si aspetta dalla squadra che affronta la prima big?

«Lo stesso atteggiamento, miglioramenti sull’impatto fisico. In questo calcio moderno sarà commessa qualche leggerezza in più, si corrono più rischi, si va più a giocare a campo aperto, a sventagliare la palla da una parte all’altra, a fare tentativi di ricomporre la squadra nella zona della palla velocemente. La mia squadra… mi aspetto di vedere anche cose che si sono già viste nelle due partite precedenti, hanno fatto delle cose molto bene. Però costruire dei cervelli che ragionano e che non creano distrazioni per nulla e vanno a cercare di prendere qualsiasi vantaggio in qualsiasi situazione di gioco».

Quale errore non vorrebbe che si ripetesse rispetto all’anno scorso?

«L’anno scorso ci siamo distratti in qualche partita e ci è costato il risultato, anche se avevamo giocato bene, bisogna stare attenti a non permettere che avvengano episodi che distraggano, bisogna rimanere accesi sempre. Sarà il particolare a fare la differenza».

 

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