A Repubblica il coordinatore delle regie per la Serie A fino al 2021: «Ha stretto troppo l’inquadratura, dicevamo sempre di non farlo. Fallisce l’uomo non il Var».
L’edizione on line di Repubblica intervista Popi Bonnici coordinatore delle regie per la Lega Serie A dal 2015 al 2021. Bonnici dice che quello di Juventus-Salernitana sul fuorigioco di Candreva è un errore umano. Tecnico ma non tecnologico. Il cameraman ha sbagliato a chiudere l’inquadratura. Bonnici racconta che è tutto scritto nel manuale che aveva disposto nel protocollo sull’uso delle telecamere.
“La regola era questa e la ripetevamo a ogni briefing prepartita: la telecamera dei 16 metri, quella che ha ripreso il gol in diretta, deve sempre inquadrare sia l’ultimo difendente che il primo attaccante. Proprio per essere sicuri di poter usare correttamente il Var in caso di fuorigioco senza perdersi figure laterali”.
A Torino la camera ha stretto troppo. Un errore che Bonnici definisce evitabile.
“Altroché. Quell’inquadratura deve essere sempre molto ampia. Abbiamo altre telecamere per stringere il campo visivo sull’area di rigore, quella va lasciata più ampia possibile. Ma queste cose quando si lavora alle riprese di una partita vanno ribadite sempre. E formare le persone che lavorano a seguire queste regole: un pilota d’aerei, per quante ore di volo abbia fatto, ripete sempre a ogni volo la check list”.
Il sottolinea che è un problema di formazione. Che è un altro tassello della strategia al risparmio di cui ha scritto il Napolista.
“L’errore è l’abbandono della formazione, vanno formati tutti, cameramen, arbitri e Var: l’operatore deve stare attento e non stringere l’inquadratura. Ma ci sono tanti errori: se tu al Var vedi che il guardalinee non fa una grinza e dà per buono il gol, vuoi farti venire il dubbio? Cerca il replay, e se non vedi tutto il campo cercane un altro. Se poi scegli le immagini per avvalorare un ragionamento che hai fatto tu guardando le immagini, sbagli. Ma fallisce l’uomo, non dite che fallisce il Var”.