Stasera c’è Spagna-Portogallo, il quotidiano affonda: “E’ arrivato al punto di svolta della carriera, i muscoli hanno perso elasticità”
“Il campo si chiama Eden. Ma mentre lo attraversava insanguinato e frastornato, a 37 anni, Cristiano Ronaldo deve aver sentito di aver varcato la soglia che conduce alla valle delle ombre“. El Paìs, per niente metaforico, dedica una pagina intera al declino di Cr7. Il tempismo è un po’ sospetto: stasera c’è Spagna-Portogallo. Ma tant’è: il suo tempo è arrivato, scrivono. Il problema è fisiologico.
Ronaldo “non si è mai fermato a contemplare le conseguenze delle sue azioni e si è concentrato sull’obiettivo con disperazione”. “Cristiano ride del passare del tempo ma, per ogni evenienza, non smette di combatterlo”. Per il giornale spagnolo “questo inizio di stagione è il più nero dei suoi due decenni e più da professionista”.
“C’è un punto fatidico nella vita dei marcatori. È il momento in cui scoprono che i loro muscoli iniziano ad accorciarsi e perdono l’elasticità e la velocità di reazione indispensabili per funzionare nel territorio più popolato dalle difese rivali. L’ambiente aspro e vertiginoso in cui, come diceva Luis Aragonés, ‘si trovano i coccodrilli’. Alcuni, come Butragueño, subiscono un declino prima dei 30 anni. Altri, i più atletici, possono prolungare la loro produttività massima per anni in base agli adattamenti. Fino al 2016 Cristiano era un proprietario terriero. Si muoveva su e giù per il campo, dal centro alle ali, e dalle ali al dischetto, in una frenesia implacabile. Negli ultimi cinque anni si è confinato in un giardino: ha ristretto il suo campo d’azione all’area circostante e le sue prestazioni da gol si sono moltiplicate. Ma il tempo non è passato invano”.
“Per evitare i rigori della zona, ha passato la vita a negare la condizione di punta o nove. Ma nessuno lo considera nient’altro”.