Piero Ferrari al Foglio Sportivo: «Ammetteva poche persone a vedere le gare con lui, ma bisognava stare in silenzio. Non accettava commenti».
Il Foglio Sportivo intervista Piero Ferrari, figlio di Enzo. Questo è il weekend del Gran Premio di Monza, un appuntamento imperdibile per il Drake.
«Ad aprile-maggio cominciava a chiedere: per Monza che motore abbiamo? Che cosa ci inventiamo per Monza? Che novità abbiamo in arrivo per Monza? Monza come quasi sempre e come quest’anno era a settembre… ma mio padre cominciava presto a pensarci… per quella gara era anche disposto a investire qualcosa in più. Era il Gran premio in cui voleva dimostrare di essere competitivo e voleva cercare di vincere, anche se in realtà mio padre voleva vincere ogni gara».
Eppure Ferrari il Gran Premio di Monza non lo vedeva mai dal vivo.
«Non si fermava mai per il Gran premio. Andava per le prove, all’inizio anche quelle del sabato e poi solo quelle del venerdì. Tornava invece a casa a vedere la gara in tv o, prima, a sentirla in radio aspettando la telefonata dei suoi tecnici ai quali magari ai box due giorni prima aveva fatto notare un tubicino montato male o un particolare che non lo lasciava tranquillo».
Piero ha visto decine di Gran premi d’Italia accanto al padre.
«Mio padre ammetteva poche persone a Fiorano a vedere le gare. C’ero io, l’autista e qualche volta Gozzi. Ma bisognava stare in silenzio. Non accettava commenti. Potevamo parlare solo se ci interrogava».
Cosa avrebbe detto domenica scorsa, quando la Ferrari di Sainz è rimasta su tre ruote?
«Forse si sarebbe arrabbiato di più quando si sono rotti quei motori mentre stavamo vincendo. Lui quando saltava un motore andava su tutte le furie. Il motore per lui era il cuore delle auto e non accettava le rotture».
Piero ha fiducia in Leclerc e Sainz. E anche in Binotto:
«Ammetto di averlo raccomandato anch’io quando abbiamo dovuto pensare al dopo Arrivabene. È un bel segnale per l’azienda che un ragazzo arrivato da stagista salga fino a diventare il numero uno. Lui conosce la Ferrari, conosce la Formula 1».
E su Leclerc:
«Mi piace molto, è un ragazzo che ha qualcosa in più un po’ come Verstappen. Tra un campione e un fuoriclasse ci sono un paio di decimi di differenza. Charles credo li abbia. Un po’ come Schumacher. Qualche volta vincevano Massa, Barrichello e anche Irvine, ma lui aveva qualcosa in più che rivedo in Leclerc. Con Sainz che è molto costante, concreto, si completano. È giusto che una squadra sia così. Se non vince uno deve poter vincere l’altro».