La squadra di Spalletti è seconda nel possesso palla e nei corner. Osimhen ha tirato tantissimo (ma solo 4 volte in porta). E Lobotka ha un record inatteso
Quello della sosta per le sfide internazionali è oramai per consuetudine il tempo dei primi bilanci: perfettibili, parziali, certo. Ma pur sempre utili a trarre indicazioni. Le stats, d’altronde, non possono che essere lette in questo senso. Non raccontano tutto il calcio – per fortuna – ma vanno analizzate con la dovuta attenzione.
Ebbene, sul portale web della Lega Serie A c’è un’interessante sezione dedicata alle statistiche. Sia delle squadre, che dei singoli calciatori. E i dati raccolti raccontano l’inizio di stagione entusiasmante del Napoli. Forse lo raccontano addirittura meglio delle tante parole spese dai principali quotidiani sportivi in questo mese e mezzo, in cui i partenopei sono passati dall’essere considerati nel migliore dei casi come una squadra in smobilitazione ad essere una delle principali (se non la principale, viste le crisi di Inter e Juventus) candidate al titolo. Le parole, d’altronde, possono essere ben acchittate a cerimonia per vendere quel che si vuole. Coi numeri è diverso, i numeri sono rigidi, freddi, glaciali. Al massimo possono essere interpretati.
Ma cosa dicono, questi numeri? Dicono innanzitutto che il Napoli (oltre ad essere primo nella classifica vera) domina la maggior parte delle classifiche “che contano”. Quella dei gol fatti (15), 2.14 a partita; quella dei tiri totali (135); quella degli assist (14). È la seconda squadra, dopo la Fiorentina, ad aver conquistato più calci d’angolo (50), ed è sempre la seconda squadra – ancora dopo i viola – a tenere di più la palla, mediamente 32’30 a partita (18’18 nella propria metà campo, 14’12 in quella avversaria). È anche la seconda squadra – dopo la sorprendente Udinese di Sottil, che pure ha statistiche molto buone – ad aver fatto più gol di testa: le capocciate vincenti del Napoli in campionato sono quattro, due volte Kim, una volta Kvara e l’ultima il Cholito Simeone nella partita contro il Milan.
Ovviamente si tratta di dati grezzi, che meritano un’analisi dettagliata. Quel che è certo è che dimostrano che il possesso palla degli azzurri non è un possesso palla sterile, sebbene il Napoli scenda poi al terzo posto se si considera il solo possesso nella metà campo avversaria (ha fatto meglio il Toro di Juric). Il possesso palla della squadra di Spalletti è, al contrario, un possesso palla che nella maggior parte dei casi è finalizzato a trovare l’imbucata verticale, la profondità che permette di andare al tiro. Altrimenti gli azzurri non avrebbero realizzato ben 14 assist, che stanno a significare che molte reti sono il risultato del gioco di squadra. Ed altrimenti non sarebbero neanche la squadra che tira di più.
Oddio, sarebbe opportuno aprire una parentesi sul fatto delle volte sarebbe bene che la squadra fosse più precisa. Basti pensare che sì, l’Inter e la Roma hanno tirato meno, ma hanno tirato di più verso la porta, e che Osimhen è il calciatore, nonostante abbia saltato due partite di campionato, ad aver tirato di più dopo Lautaro Martinez: 25 ma solo 4 volte in porta. Non è un fatto che impatta con la validità del dato guardato complessivamente (che c’è, esiste e resiste), ma è comunque opportuno tenerne conto.
A proposito delle classifiche “che contano”, a cui si faceva accenno prima: Napoli, Milan e Udinese – le squadre migliori di questo inizio di campionato, nulla togliere all’Atalanta – sono rispettivamente al 15esimo, al 16esimo e al 18esimo posto se si considerano i km percorsi. Apparentemente, corrono poco. Di fatto, è solo l’ennesima conferma di quanto quello dei kilometri percorsi sia un dato del tutto inutile ai fini della determinazione dei risultati. E infatti – permetteteci un po’ di sana ironia – è l’unica classifica in cui domina la Lazio di Sarri.
Ovviamente anche nella classifica delle parate, nonostante l’eccellente avvio di stagione di Meret, il Napoli è agli ultimi posti. Vale lo stesso per il Milan ed è ovviamente il risultato di un’ottima fase difensiva, del fatto che gli attaccanti avversari calcino relativamente poco verso la porta. In questo caso, sorprendono i dati di Inter e Juventus: Handanovic e Perin/Szczesny sono dovuti intervenire, rispettivamente, 23 e 21 volte. 21 volte anche il portiere dell’Atalanta. Sono nel lato sinistro della classifica, appena sotto ai portieri di Lecce, Salernitana e Bologna. È indicativo del fatto che siano squadre che un po’ di tiri, almeno in questa fase, li subiscono.
Un dato che invece può far riflettere è che il Napoli va poco al cross. È un peccato, se consideriamo che è tra le squadra che segnano di più con la cabeza. La banda Spalletti ha fatto solo 33 cross “utili”, è al dodicesimo posto in questo fondamentale. 43 cross li ha sbagliati. Vista la bravura di testa di Osimhen, oramai prossimo al rientro, e anche di Giovanni Simeone, forse può essere utile provare a mettere qualche palla in più in the box. Magari come quella che ha messo domenica Mario Rui, che zitto zitto ha già realizzato 15 passaggi chiave in questa Serie A: è all’ottavo posto in questa speciale classifica, e davanti a lui, tra i calciatori del Napoli, c’è solo Zielinski, 18 passaggi chiave. I migliori, Biraghi e Bennacer, ne hanno fatti 21 e 20.
Sui singoli, in verità, qualche altro dato interessante c’è. Kvara è il miglior marcatore degli azzurri, ma questo si sa già. Quello che si sa molto meno è che Lobotka (l’avreste mai detto?) è stato il terzo calciatore a subire più falli nella nostra Serie A in queste prime giornate. E Kim, nonostante giochi in una squadra di vertice, è il quinto difensore ad aver effettuato più recuperi: 74. Davanti a lui solo i molto sollecitati Baschirotto del Lecce ed Ismaijli dell’Empoli, oltre a Okoli dell’Atalanta e Ibanez della Roma.
Per concludere, una rivelazione: il dato sui pali colpiti non ve l’abbiamo riportato non perché non c’è, ma solo perché è la prima volta in tempi recenti che il Napoli non spicca, che ha un rendimento in media con quello delle altre squadre. Non diciamolo troppo ad alta voce, però.