Dai due capi degli arbitri nemmeno una parola, figuriamoci le dimissioni. Non hanno spiegato nulla, Gravina li ha persino difesi
Il Giornale torna sul disastro Var e arbitrale di Juventus-Salernitana e sul surreale silenzio dei dirigenti arbitrali.
Il silenzio dei colpevoli e pensieri in libertà. Il presidente degli arbitri, il designatore, tutti nascosti dietro un comunicato per il gol annullato a Milik in Juventus-Salernitana.
Il n.1 federale ha proseguito: «Arbitri e Var non hanno sbagliato». E via con l’immagine che non c’era. Se il capo del calcio italiano la pensa così, diventa utopia aspettarsi altro dai dirigenti arbitrali: Alfredo Trentalange e Gianluca Rocchi. Bastavano due parole: ci scusiamo. Una forma di rispetto per club e tifosi. Magari seguite da un gesto: dimissioni. Ma è impensabile per una categoria che non ha confidenza con umiltà e coraggio. L’Aia, versione Marchese del Grillo, si è messa a trattare di telecamere, al posto di spiegare cosa fosse successo sul campo, cosa si fossero detti Marcenaro e Banti oppure se sia stato coinvolto il guardalinee.