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Il Guardian: «Boehly piazzerebbe una pista da bowling a Buckingham Palace, è troppo americano per la Premier»

“Il calcio inglese si illude di essere ancora inglese, mentre gli americani lo hanno già conquistato. Ma lui è il primo che non si nasconde”

Il Guardian: «Boehly piazzerebbe una pista da bowling a Buckingham Palace, è troppo americano per la Premier»

C’è un americano in Premier. Un americano di quelli veri, però. Che non si nasconde, fa proprio l’americano. E agli inglesi questa cosa non piace. Inorridiscono. Perché loro sono quelli del vecchio calcio inglese, un’area protetta. Sulla quale puoi investire, ma senza rompere troppo le scatole. Invece Todd Boehly rompe le scatole.

Ecco il problema del nuovo proprietario del Chelsea: è americano e fa l’americano. E ci sta fregando. Scrive Jonathan Liew sul Guardian: dobbiamo smettere di prestare troppa attenzione alle idee un po’ balzane che Boehly detta da quando è sbarcato in Premier. Sono solo idee, buttate lì per vedere che succede.

“Non è necessario in questa fase impegnarsi a capire ciò che il proprietario del Chelsea ha detto sul palco alla conferenza d’affari Bros, Brews e Brunch a Jerky Falls, nel Connecticut, la scorsa settimana. Spoiler: niente di tutto questo accadrà davvero”.

Per Liew è “più interessante lo stridore e il disprezzo del discorso successivo: perché i commenti usa e getta di un uomo di nome Todd sembrano aver creato un tale livido sulla psiche del calcio inglese?”. Perché è “un tipo molto particolare di americano. E’ il primo apertamente, spudoratamente, vocalmente… americano che arriva nel calcio inglese”. Gli altri prima di lui hanno giocato a nascondersi, per non essere accusati di lesa maestà.

“Boehly è diverso. Boehly non è né distante né deferente. Se i Glazers si accontentano in gran parte di mungere il calcio inglese, Boehly vuole ingrassarlo, clonarlo, metterlo a dieta a base di erba medica e steroidi e creare le bistecche bioniche più decadenti del mondo. Facciamo all-star game e cheerleader e il metaverso e una superlega che non chiameremo superlega. Compriamo Cristiano Ronaldo. Licenziamo quello strano ragazzo tedesco un po’ goffo. Installiamo una pista da bowling a Buckingham Palace”.

“Colpisce la paura primordiale del calcio inglese, quella che si potrebbe anche chiamare la sua illusione centrale: di riuscire, mentre vendeva pezzi di se stesso, spiegava le vele e abbracciava gli alisei della finanza globale, ballava e si contorceva per il mercato, a mantenere la sua essenza di base: restare autenticamente inglese.

Ma, sorpresa, conclude Liew: tutto quello che temono gli inglesi è già avvenuto. Solo che fanno finta di non accorgersene.

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