Lo Spezia sembrava un’altra volta stregato. Ma il destino è cambiato. Sembra un caso ma non lo è: il risultato fa tutta la differenza del mondo, Spalletti non può ignorarlo
Tutto quello che poteva sbagliare, Raspadori lo aveva sbagliato. Poi, al minuto 89, quando Napoli-Spezia stava incasellandosi nell’ennesima occasione diciamo sprecata contro le piccole, Lobotka apre per Lozano che mette in mezzo un pallone vagante rasoterra che Gaetano liscia e Raspadori da centravanti consumato butta dritto per dritto sul primo palo di Dragowski.
È il gol che decreta la vittoria del Napoli. Che marca una importante discontinuità nei confronti del passato. Il Napoli aveva perso due volte di fila in casa contro lo Spezia e questi esami storicamente non li aveva mai superati. Ma questa è un’altra squadra. I rinnovamenti non si fanno per capriccio. Ma per spezzare una continuità che è fatta sì di bel gioco, di qualità ma anche di occasioni sprecate. Questo è un altro Napoli. Che parla georgiano e coreano anche quando Kim è in panchina. Che riesce a vincere senza Osimhen. È un Napoli che ha un altro destino. Sono cambiate le correnti energetiche nello spogliatoio e in campo. Non c’è ricordo di delusioni, c’è la forza dell’entusiasmo. E si vede. Questo Napoli si affida a tutti. Che ha una rosa ampia e forte. Spalletti fa cinque sostituzioni. Le prova tutte e resiste alla tentazione di togliere Raspa. E bene fa.
Ne approfittiamo per ricordare al tecnico che il risultato nel calcio – ma in ogni settore della vita – fa tutta la differenza del mondo. Nessuno ricorderà dell’approccio o dell’intensità di questo Napoli-Spezia. Quel che rimarrà è la vittoria e l’aver infranto una tradizione negativa. Così come Napoli-Liverpool resterà come una delle più belle partite del Calcio Napoli e una delle vittorie più importanti anche di Spalletti allenatore. È assurdo, assurdo, fare qualsiasi paragone con Napoli-Barcellona 2-4.
Lo sport è questo. Questo è un Napoli più maturo, più coriaceo, in sostanza più forte. Che decreta anche la sopravvalutazione del concetto di esperienza. Il Napoli ha vinto con merito anche se ha vinto all’89esimo. Le partite durano 100 minuti.
Le difficoltà erano annunciate. La squadra di Spalletti (ma diciamo il Napoli di De Laurentiis) fa fatica contro chi – giustamente – viene a chiudere tutti gli spazi. In questi casi occorrono aggressività, velocità nel giro palla, e soprattutto lucidità. Caratteristiche che fisiologicamente oggi il Napoli non ha avuto. Ha attaccato, tanto. Ha tirato 28 volte in porta ma sempre con un certo affanno. Però ci ha provato fino in fondo. Ha persino rischiato di prendere gol su pasticciaccio alla Gresko di Mario Rui. Ma alla fine ha vinto.
Spalletti adotta il turn-over e non può fare altrimenti visto che la settimana prossima giocherà a Glasgow e a Milano. Ndombele ed Elmas per Lobotka e Zielinski, Raspadori centravanti, Kim in panchina con Juan Jesus in campo.
Il Napoli sembra svuotato, mentalmente ancor prima che fisicamente. I ritmi sono blandi. Non c’è fame agonistica, o comunque ce n’è meno rispetto al Liverpool. È normale. Si procede al piccolo trotto, la palla circola lentamente e così è davvero dura. Nel primo tempo il più pericoloso, sarebbe più corretto dire l’unico, è Kvaratskhelia che si esibisce in tunnel, conversioni al centro, tiri rasoterra insidiosi (qui l’unica vero intervento del portiere dello Spezia che è bravo a tuffarsi sulla sua destra). Ndombele non è ancora in grado di accelerare, Elmas porta troppo palla e in un paio di occasioni è egoista, Anguissa per ragioni fisiologiche non può avere la bava alla bocca come contro il Liverpool. Tutte cose prevedibili.
Spalletti cambia tanto e fa bene. Lobo per Ndombele, poi Lozano per Politano, Zielinski per Anguissa, Simeone per Kvara e infine Gaetano per Elmas. Il Napoli qualche chance la costruisce. Va sempre avanti. Non molla mai. Supera anche un momento in cui sembra non avere più energie. Raspadori sbaglia tanto, anche Lozano. Poi quel pallone vagante e la storia che cambia. È un Napoli che non ha nulla in comune col precedente. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, a partire dall’allenatore. Il nuovo Napoli e il Napoli di Spalletti adesso sono primi in classifica.