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Stefania Sandrelli: “Un calciatore della Lazio mi riempì di botte perché non volli fare sesso”

A Repubblica: “è scomparso qualche anno fa. Mi ha gonfiato, ero più morta che viva. Era il fidanzato di una delle mie miglior amiche”

Stefania Sandrelli: “Un calciatore della Lazio mi riempì di botte perché non volli fare sesso”
archivio Image / Spettacolo / Amanda Sandrelli-Stefania Sandrelli / foto Insidefoto/Image

Stefania Sandrelli, che ha ricevuto a Venezia il premio Bianchi (Sindacato nazionale giornalisti cinematografici), ha raccontato a Repubblica che sua figlia Amanda è stata concepita proprio in laguna

«Siamo venuti con Paoli a gennaio, lei è nata il 31 ottobre. Era freddo, siamo usciti, “che bello andiamo qui o lì” ma battevamo i denti. E quindi, a letto. Così è nata Amanda. Con molta gioia nostra».

La Sandrelli porta a Venezia Acqua e anice  di Corrado Ceron, in cui è un’ex star da balera in un viaggio a tappe tra amici e e luoghi in cui è stata felice, destinazione Lugano. Un film complesso in cui si toccano tanti temi, anche quello della violenza sessuale

«Io non sono stata violentata ma ho avuto un’esperienza terribile con un calciatore della Lazio, morto qualche anno fa. Era il fidanzato di Gigliola, una delle mie migliori amiche, che mi ospitava a casa sua, una delle prime volte che stavo a Roma. Quel giorno eravamo pieni di bambini, anche Gigliola aveva una bambina adorabile, Cristina. Dice: “Facciamo due macchine, ti accompagno io”. Io ho tanti difetti ma sono in buona fede, sempre. Sono distratta, miope… a un certo punto vedo che mi viene incontro, mi dice ti aspetto, realizzo che si aspettava di fare sesso e io non volevo nel modo più assoluto. In quella cabina mi ha menato, gonfiato gli occhi, rotto la faccia, le ossa, ero più morta che viva. Io e Gigliola abbiamo pianto insieme, mi ha chiusa in una specie di scantinato per non farmi vedere. E ha chiamato i carabinieri. Lei non l’ha mai più visto. L’avevo rimosso, è stata una cosa pazzesca».

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