La Gazzetta non si dà pace: “La società non fa politica ed è beneducata. La Uefa e Rosetti spieghino il rigore e il rosso contro il Chelsea”
“No, quel rigore proprio non c’era, e di conseguenza nemmeno l’espulsione: non li avrebbero fischiati nemmeno in Italia, molto probabilmente; è inspiegabile che l’arbitro, il tedesco Siebert, li abbia sanzionati in una competizione europea, là dove la soglia della tolleranza al contatto fisico è decisamente più alta”. Il rigore più rosso a Tomori che ha tagliato le gambe al Milan contro il Chelsea ha “fatto perdere la pazienza anche a Pioli, che non la perde mai”. Ma soprattutto ha provocato la reazione un po’ scomposta della Gazzetta dello Sport.
Per cui all’indomani ecco spuntare online il classico “dossier” dei “torti arbitrali” in Champions. Il titolo parla da sè: “Il Milan dà fastidio?”
“Il fatto è che la questione arbitrale sta diventando un caso clamoroso nel percorso europeo del Milan – scrive la Gazzetta – Nella scorsa stagione i rossoneri hanno subito tre torti nel girone eliminatorio di Champions: nei due incontri con il Porto e – soprattutto – nella gara in casa con l’Atletico Madrid. Ci hanno sicuramente messo anche del loro per essere eliminati, venendo meno nei momenti in cui potevano comunque rientrare in corsa, ma quegli errori (almeno due marchiani) hanno segnato le sorti della squadra di Pioli. Quanto accaduto ieri notte a San Siro contro il Chelsea allunga la lista, trasformandola in un elenco inaccettabile“.
Più che la lista di errori “inaccettabili – 3 in due anni di gironi… – è meraviglioso il sottotesto. Quel “dà fastidio”. A chi? E perché mai dovrebbe infastidire qualcuno il Milan? C’è un complotto ordito dalla Uefa per buttare fuori i rossoneri alla prima occasione? Spiegateci!
E la Gazzetta non spiega. Scrive che è “inutile dire cosa rappresenta il Milan per il calcio europeo, basta ricordare che solo il Real Madrid ha vinto più Coppe dei Campioni/Champions League dei rossoneri”. Ma è “anche vero che la società è giovane e preferisce occuparsi di quanto accade in campo piuttosto che di politica”.
Anzi! La società “è misurata negli atteggiamenti, diremmo educata. Maldini non ama alzare la voce, quando ha dovuto protestare – anche nel nostro campionato – lo ha sempre fatto con garbo. Avrebbe i titoli per scuotere il palazzo che governa il calcio europeo, dall’alto della fama che si è conquistato sul campo, eppure non lo fa”.
E allora? Chi è che vuole male al Milan? Non si sa.
Il dossier si conclude con un appello: “la Uefa deve spiegare”. Pure Rosetti deve spiegare“. “Altrimenti sembra quasi che questa serie di errori sia normale, o addirittura che il club rossonero possa dare fastidio a qualcuno”.