L’imbecillismo populista. Spalletti meraviglioso quando parla della Cremonese, Kvara e Raspa vedono cose gli umani non vedono
Le pagelle di Ajax-Napoli 1-6 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Stasera, Ilaria, la bellezza è sostanza, abbaglia come non mai negli ultimi lustri e ci sono tanti quadretti da intagliare e custodire in una Via Lucis ad perpetuam rei memoriam dei pagani papponisti e non solo. Come quello della fascia di capitano che passa dall’Euroappuntato al giovane Meret: che scena da romanzo di dolore e gioia e di formazione. Il resto sono un paio di parate e un paio di rilanci sbagliati – 7
Nonostante le due parate (bella quella al 28′, quando per proteggere la palla si tuffa a viso scoperto in avanti, con grande coraggio), non è quasi mai impegnato. Commette un paio di errori coi piedi, ma almeno osa con uno strumento con cui non ha il massimo della dimestichezza e questa è un’altra prova di coraggio. Ci ha chiesto di non giudicarlo per il gioco coi piedi e noi questo faremo – 6,5
Rrahmani annaspa, poi s’ambienta
DI LORENZO. Tra lui e il Bambolo messicano l’incipit è sofferente. Mera questione di misure. Dopo venti minuti il Napule s’impadronisce del suolo nederlandese e l’Euroappuntato Capitano travolge tutti. Al punto da decollare su un cross ricamato dal Che Kvara e segnare l’uno a due con la cabeza – 8
Inizia malissimo, lasciando completare la triangolazione degli olandesi e tenendo in gioco l’attaccante in occasione del gol del vantaggio dell’Ajax, ma poi torna in sé. Anzi, il suo gol, con una bellissima elevazione, tra l’altro, suona la carica. Il capitano fa segno che è ora di iniziare la battaglia, e da lì diventa goleada. Non solo, segna e corre difilato da Domenichini, un’immagine che racconta in parte cos’è questo Napoli (intanto, Spalletti cazzèa Kvaratskhelia!) – 8
ZANOLI dall’83’. Chi si rivede! In sette minuti scarsi recapita vari palloni al centro dell’area dei poveri lancieri – 6,5
Senza voto
RRAHMANI. Idem come sopra per l’intro alla Cruijff Arena (e sia lode sempre a Johan, lassù con El Diez): Amir annaspa un po’ in fase di uscita ma poi si ambienta e fa Rrahmani – 7
Esce un paio di volte a vuoto, poi entra in modalità corazzata, come il resto dei compagni e va pure vicinissimo al gol – 8
KIM. Lindo e pinto, la coreanità di Kim Il Lungo è uno degli emblemi di questo Napule che non spreca la bellezza e la tramuta in sostanza, almeno sinora. Stasera non sbaglia nulla, al solito: il flipper del gol olandese è questione di ciorta, almeno per quanto lo riguarda – 7,5
Non sbaglia nulla: costante, attento, solido, dove c’è un pericolo arriva lui a metterci testa e fisico. Avere un centrale così fa tutta la differenza del mondo – 8
OLIVERA. L’uruguagio occupa la sinistra in un modo solido che non sottrae nulla all’eleganza, per quanto possa valere quest’ultima. E poi colpisce per come corre e controlla la pelota. L’assist per il pareggio di Giacomino è suo – 7,5
Corre, corre e corre. E non molla mai. Provano ad abbatterlo, ma lui resiste e mette una palla in area che ha il sapore della grinta e della foga agonistica, della voglia e della fame di questa squadra. Pallone su cui Lozano non arriva, ma Raspa l’incontenibile sì – 8
ANGUISSA. Zambo il Conquistatore. Di prime, seconde, terze, quarte, quinte palle e così via. Si butta da subito nella pugna e si annette militarmente tutto il centro e anche la trequarti. E’ stato mostruoso, un aggettivo realista nel suo caso, senza enfasi alcuna. Fa segnare San Piotr, poi Raspad’oro, per citare solo due delle sue giocate – 9
Mi chiamo Anguissa e risolvo problemi e lo faccio anche meravigliosamente bene. Al 67′ fa a mazzate in area per cercare il gol – 9
LOBOTKA. Il Napule fa tredici in Champions, tredici gol in tre partite, ma tutto si forma in maniera primigenia nella testa di Robotka, laddove origina il football azzurro. C’è una sorta di trascendenza divina nella sua perfezione di stasera, Ilaria – 9
Il modo in cui esce palla al piede è straordinario. Il centrocampo è il suo regno e se ne appropria con una tale leggerezza e serenità da far scomparire chiunque. Al 46′ recupera palla e non torna indietro: non torna mai indietro, Lobo. Roba da dargli un bacio in fronte ogni volta che tocca un pallone – 9
GAETANO dal 79’. Suo il colpo di testa che intercetta la pelota che poi va a Ndombele e di lì a Giovannino per l’uno a sei – 6,5
Bentornato! – 6
ZIELINSKI. Un gol se lo mangia e un altro lo segna. C’è gloria anche per San Piotr, verticale come pochi, stasera – 7
Elegante come sempre, ma anche estremamente concreto. Non ti fermare più, Piotr – 8
NDOMBELE dal 45’. Risucchiato dal vortice virtuoso del Napule galattico di stasera, Ndombele si dimostra finalmente affidabile, senza fare cappellate. In più vanta l’assist per il Cholito e finanche una traversa – 7
Costretto ad entrare all’intervallo, si prende più dei consueti venti minuti di gioco e non sfigura affatto. Fa sembrare facili interventi che non lo sono affatto. Si chiama esperienza. E poi ha fisico, potenza e visione di gioco che solo chi ne ha viste tante può vantare. Manda pure in gol Simeone – 8
I due episodi di Kvaratskhelia
LOZANO. Una volta che la destra si raddrizza a partire dal Capitano, anche l’amato Chucky si fa spazio tra i picchiatori dell’Ajax e inanella cross su cross. Peccato solo per il gol che ancora gli manca, anche se lui ci prova eccome – 7,5
Picchiato ripetutamente da Blind, al 25′ è bravissimo a tenere in campo una palla che arriva a Kvaratskhelia ma purtroppo non si trasforma in gol – 7
RASPADORI. Gronda intelligenza e classe. Un gol di testa e uno di piede. E quella preziosa palla recuperata all’indietro per Anguissa, in pieno centro, e che poi spalanca il corridoio del Paradiso per San Piotr. La dialettica hegeliana, ancora, tra lui e il Che Kvara che aggiunge un nuovo capitolo alla filosofia del calcio e fa segnare l’uno a cinque al georgiano più famoso dopo Stalin. Non solo. Nel postpartita pronuncia una frase che dà la definizione a questo Napule così diverso e vincente rispetto all’estetica perdente degli anni scorsi: “Questo risultato l’abbiamo voluto”. Oltre ad Hegel, anche Nietzsche. La volontà e il coraggio, senza farsela addosso nei momenti topici – 9,5
Il gol di Zielinski è tutto suo. Fa impazzire la difesa dell’Ajax: dove c’è lui si aprono spazi sconfinati da esplorare. Ha una mobilità straordinaria, si porta dietro i centrali avversari e li disinnesca, creando ampi margini di movimento per i compagni. E’ ovunque anche quando sembra non esserci. Questo ragazzo educatissimo, che a guardarlo sembra dolce e remissivo, ha una potenza impareggiabile: non solo quella del fisico, della tecnica, ma soprattutto quella delle idee. Raspa vede, anche quando noi non ci riusciamo – 10
SIMEONE dal 64’. Non solo i gol sono sei, ma sono anche tutti e sei belli. Compreso il suo – 7
Entra e inizia a correre e non si ferma finché l’arbitro non fischia. E’ il segreto della panchina di Spalletti, dove tutti si sentono parte della famiglia, tutti sanno che possono dare il loro contributo, come ha detto il capitano. E’ un entusiasta dei campi di calcio, del pallone, del gruppo, del gol. E ne segna ancora uno, nella sua amata Champions – 7,5
KVARATSKHELIA. Quando caracolla e sembra in difficoltà, come sabato scorso con il Toro, è in quel momento che il Che Kvara diventa letale e trova la rete. Di occasioni per segnare ne ha anche altre. Mi limito a quel tiro ciccato nel primo tempo per dare una dimensione metafisica al suo destino: la palla finisce in angolo e poi c’è il gol del Capitano, pittato da un traversone dello stesso Che. Tutto torna – 8,5
E’ esattamente così: il momento in cui caracolla è quello che prelude allo shock. È come se avvertisse una scossa dentro, un impulso che lo fa arrabbiare, lo manda in bestia e gli fa scattare qualcosa che trasforma una giocata in magia. In realtà tutte le sue giocate sono magie, invenzioni, roba da mettersi le mani nei capelli. Al 31’ controlla una volta in più e non la passa a Raspa e questo forse è l’unico neo della sua partita, ma è talmente fresco e sorprendente che glielo perdoniamo. Anche lui, come Raspa, vede cose che gli umani non vedono, come quando chiama la triangolazione con Raspadori, che figuriamoci se si fa pregare, visto che l’ha immaginata ancor prima di lui. La partita di Kvaratskhelia, e Kvara stesso, però, è secondo me tutta in due episodi. Il primo è quando chiama Tadic a vedere quello che ha fatto. Lo chiama col ditino, con calma, sembra dirgli: “Vieni, vieni, brutto idiota, guarda che cosa hai fatto, hai stracciato il calzino al mio compagno e proprio non si fa”. La seconda è quando è ormai andato a sedersi in panchina: Tadic abbatte Elmas e, se guardi sullo sfondo, vedi Kvara che si alza in piedi con le braccia al cielo e inizia a protestare come un indemoniato. Come si fa a non voler bene ad uno così? – 10
ELMAS dall’86’. Tira una punizione, indi sfiora il palo. Se il Macedone del Nord torna a ingranare, l’abbondanza spallettiana diventa una valanga travolgente – 6,5
Lui e Lozano sono quelli che a volte fanno più fatica ad entrare nei meccanismi mentali di questo Napoli. Confido in Spalletti – 6,5
SPALLETTI. Liverpool, Rangers, Ajax: sarà tre volte Natale e fame tutto l’anno, non festa. Lo Sciamano vive tre vigilie di Natale sulla Luna ma senza perdere il senno come Orlando. E lunare e meravigliosa, Ilaria, è stata la sua reazione pubblica subito dopo, quando si è messo a parlare della Cremonese di domenica: “C’è da rivincere la prossima”. Altra frase da scolpire, che testimonia la rivoluzione mentale compiuta da questo Napule. Fame, non festa. In queste ore, Ilaria, mi assalgono infine immagini e situazioni vissute quest’estate tra Dimaro e Castel di Sangro. Forse un giorno ne scriverò compiutamente. Adesso però un pensiero va al presidente umiliato e costretto a rinchiudersi in albergo e a non farsi vedere per evitare la contestazione dell’imbecillismo populista, autostradale e non. Almeno per quest’estate gli chiediamo scusa a nome di tutti quelli che non lo faranno – 9
Spalletti è straordinario. Ha creato un Napoli enorme, gigantesco, ciclopico, ineguagliabile, spettacolare e aggiungi tu tutti gli aggettivi che ti vengono in mente. Un Napoli che si conosce a memoria, nonostante abbia cambiato sei, sette giocatori, quanti? Quelli vecchi non li ricordo nemmeno più, non voglio neanche perdere il tempo a contarli. Un Napoli fresco, voglioso, che va in svantaggio e si incazza, e si incazza al punto da non fermarsi neppure di fronte alla vittoria, vuole stravincere, non fermarsi mai, perché si diverte, è consapevole della sua forza, gli piace metterla in vetrina e usarla razionalmente. In tutto questo la mano dell’allenatore è determinante, senza dubbio. Ma Spalletti è straordinario soprattutto perché sembra un personaggio dei fumetti: arriva davanti alle telecamere incazzato, come se avesse perso lui 6-1, passa la serata a cazziare Kvaratskhelia, ad incazzarsi per i falli, al fischio finale litiga con la panchina dell’Ajax. Ti verrebbe quasi da sollevargli il gomito e dirgli: “Spallè, ma vedi dove devi andare…”. Ma poi ti strappa la risata e pensi che va bene così se alla prossima faremo ancora meglio e allora pensi pure tu già alla prossima. Perché questo è un Napoli contagioso, che apre prospettive da esplorare, che ricorda cos’è l’etica del lavoro, cos’è l’etica del gruppo, l’empatia. Un Napoli che, attenzione, ha creato De Laurentiis, che è sempre il capo della bottega. Scusami, ma non posso chiedergli scusa a nome degli #A16, perché con imbecilli del genere io non ho niente a che fare. E credo che nemmeno lui sappia che cosa farsene delle loro scuse che, ovviamente, non arriveranno mai. Sai qual è il nuovo mantra degli #A16 scappati di casa? “Ammetto che il mercato estivo è stato ottimo, ma io De Laurentiis continuo a non sopportarlo”. Si sono trasformati così. E su quello che ci sarebbe da dire loro alzandogli il gomito per accompagnarli alla porta mi taccio – 10
ARBITRO LETEXIER (FRANCIA). Tollera troppo le mazzate olandesi – 5
Ci hanno riempiti di botte e il primo cartellino giallo lo ha dato a Raspadori. Dobbiamo ringraziare che non si è fatto male nessuno – 4