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Branco: «Non esistono più gli specialisti delle punizioni, colpa dei fisioterapisti»

L’ex terzino sinistro brasiliano famoso per le punizioni a La Nacion: “Conobbi Maradona a casa di Careca, a Napoli. Parlavamo di tutto”

Branco: «Non esistono più gli specialisti delle punizioni, colpa dei fisioterapisti»

Fumatore, iperteso, diabetico, 130 chili, febbre a 39, 69 di saturazione e 8/5 di pressione. Il 16 marzo 2021, Cláudio Ibrahim Vaz Leal, per tutti semplicemente Branco, è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale di Barra da Tijuca. È stato trasferito in un centro più complesso a Copacabana in prognosi riservata. Aveva il Covid, una grave polmonite bilaterale e vari scompensi. “Quando mi hanno caricato in ambulanza ero molto spaventato. Pensavo che non sarei tornato più a casa mia, né avrei rivisto i miei figli”. Il ricovero è durato 18 giorni. “E’ stato l’avversario più duro che abbia mai affrontato in vita mia”.

L’ex terzino sinistro brasiliano, quello che spaventava tutti con le cannonate di sinistro su punizione, campione del mondo a Usa 1994, in una lunga intervista a La Nacion parla anche del grande avversario, una delle prime domande di ogni intervista del quotidiano argentino: Maradona.

“E’ stato davvero molto difficile affrontare Maradona. E l’ho incontrato molto in campo, in Nazionale e anche in Italia, quando giocavo nel Brescia e nel Genoa. È stato difficile giocare con Diego, ma è stato anche un piacere. Maradona era impressionante. Eravamo amici, ci conoscemmo in Italia a casa di Careca, a Napoli, e parlavamo ogni volta che veniva in Brasile. Ci siamo trovati molto bene. Tutti noi che amiamo il calcio abbiamo sentito molto la morte di Maradona”.

Branco in Italia è famosissimo per le punizioni. Nel calcio di oggi non esistono quasi più specialisti del genere. Soprattutto brasiliani:

“Non è un problema esclusivo del Brasile, il mondo intero ne soffre. E non c’è un solo motivo, penso che sia un insieme di motivi che ha a che fare con l’evoluzione della tattica. E, inoltre, i giocatori si allenano molto meno sulle punizioni. Ai miei tempi da giocatore, passavamo molto tempo a calciare le punizioni dopo l’allenamento. Oggi i fisioterapisti non lo consentono, c’è molta preoccupazione nel non pretendere troppo dai muscoli. Guarda, non sto criticando i fisioterapisti, sto solo dicendo che il calcio moderno è così”.

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