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Casagrande: «Terribile l’appoggio di Neymar al razzista Bolsonaro»

A So Foot uno dei protagonisti della Democrazia corinthiana: «Oggi i calciatori non si considerano cittadini, non si espongono, oppure fanno come Neymar»

Casagrande: «Terribile l’appoggio di Neymar al razzista Bolsonaro»
Mg Parigi 06/09/2022 - Champions League / Paris Saint Germain-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Neymar

La democrazia corinthiana. Un momento storico del calcio mondiale. In quel Corinthias c’era ovviamente Socrates ma anche Walter Casagrande centravanti brasiliano degli anni Ottanta che ha giocato anche in Italia nell’Ascoli e nel Torino. So Foot lo ha intervistato per il suo impegno politico in favore di Lula rivale di Bolsonaro nelle elezioni politiche in Brasile.

Casagrande parla anche di Neymar che ha sostenuto pubblicamente Bolsonaro.

Il suo endorsement per Bolsonaro è una delle cose più terribili che un giocatore di football possa fare. È un comportamento perverso. Bolsonaro è razzista, è omofobo, ha interessi con i cercatori d’oro illegali in Amazzonia, quelli che uccidono gli indigeni e distruggono la foresta, ha portato le pistole in strada, ha aggredito le giornaliste. E nonostante questo Neymar ha avuto la vigliaccheria (non la chiamo coraggio) di registrare questo video per un personaggio come lui? Neymar si è comportato come uno dei peggiori cittadini brasiliani che possano esistere sul pianeta.

Adesso Neymar, anche se dovesse portare la sesta Coppa del Mondo, passerà alla storia per il suo appoggio politico. Per me se sostieni un personaggio del genere come Bolsonaro, vuol dire che sei come lui.

Ricorda il ruolo della Democrazia corinthiana.

Nel football è finita, d’altronde la sua eredità è sociale. In tutte le manifestazioni che nel corso degli anni abbiamo fatto contro Bolsonaro, la Democrazia corinthiana è sempre stata presente, ex appartenenti, ex calciatori. Queste manifestazioni dimostrano che è eterna, è un pilastro della democrazia.

Ricorda come nacque.

Eravamo sotto la dittatura militare. I calciatori allora non avevano responsabilità, era tutto molto infantile. Tanti di noi, invece, volevano assumersi responsabilità. Avevamo conquista libertà nel club. Un giorno sentimmo parlare di Democrazia corinthiana. In effetti non sapevamo più che cosa fosse la democrazia, eravamo in dittatura dal 1964.

Parla dei calciatori di oggi

È come se oggi non avessero di coraggio. Non si considerano più cittadini, e ovviamente se ti consideri solo un giocatore di football, guardi le regole del tuo club, che potrebbero dirti di non prendere posizione. Dici a te stesso che questo fa male alla tua carriera. Ma se lei ha una coscienza di cittadino brasiliano, mi sembra ovvio che non possa esserci alcuna esitazione a esporsi. Come calciatore professionista, la tua voce conta. Anche se alcuni la usano male.

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