Una partita pazza in cui il Napoli ha comunque sistemato il suo calcio, la sua eleganza, qualche strafalcione e la fierezza di una grande

Una partita sporca quella del Napoli contro il Bologna, al Maradona. Ma portata a casa dalla squadra di Spalletti, che però ha sprecato tanto, troppo. Il Corriere dello Sport scrive:
“In quel 3-2 che vale la decima vittoria consecutiva per Spalletti, c’è nascosto il miele e però anche il fiele che il Bologna ha nascosto chissà dove. C’è l’incorreggibile perfidia del pallone, dei suoi rimbalzi, delle sue diavolerie. E rimanendo a guardarsi mnemonicamente gli highlights i perché sfilano nelle tenebre e pure nella paura che il Napoli ha domato dall’alto del proprio talento. 3-2, ma continuando a tremare sino all’ultimo secondo, dopo aver sciupato una decina (o una dozzina?) d’occasioni. Dopo aver sbattuto contro due traverse, dopo aver sofferto l’orgoglio d’un Bologna al quale Thiago Motta ha cominciato ad offrire un’identità, fosse almeno quello del “diavolo”, e la speranza che esista una via per rialzarsi”.
A 20′ Raspadori ha mandato fuori di un soffio (“fuori di un filo d’erba”), poi Politano si è divorato un gol a porta vuota al 23′, c’è stato spazio persino per il legno di Mario Rui (25′). Per non parlare di Zielinski.
“la veronica di Zielinski sulla traversa (la seconda, 33′) è un pugno allo stomaco del Napoli ma pure un’impennata di fiducia per Thiago Motta, che tra Dominguez, Sansone e poi Zirkzee prova a riempire l’area, a tentare disperatamente di respirare, perché Skorupski gli dà una mano, forse anche il corpo, per opporsi a Lozano”.
Ma pure se in una “partita pazza e pure pazzesca”, il Napoli è riuscito a “sistemare il proprio calcio, la sua eleganza, qualche strafalcione e una fierezza che appartiene alle Grandi senza macchie e senza paura, capaci di capovolgere la serate più inquietanti”.