Il venticello del passato. Il monumento coreano. Kvaratskhelia semina bellezza e Politano dovrebbe lasciargli qualche rigore. La pennellata di Mario Rui
Le pagelle di Cremonese-Napoli 1-4 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. La marcatura grigiorossa origina da una maligna deviazione di Amir e il giovane Meret non può nulla. La Cremonese è sfacciata e ardita ma lui parate non ne fa. Solo nel primo tempo viene assistito da San Palo ma era fuorigioco. Questo è quanto Ilaria – 6
Perché poi, diciamocelo, la Cremonese ha giocato una bella partita, coraggiosa come dice Alvini, facendo soffrire il Napoli, e questo è indubbio. Come è indubbio, soprattutto, il fatto che un anno fa una partita come questa l’avremmo persa (immagino anche la foto a fine partita, con i calciatori delusi e le facce appese mentre escono dal campo, immagino persino le pieghe del viso, tanto ci eravamo abituati a vederle). Ma da qui a dire che si sia mai resa davvero pericolosa sotto porta ce ne passa – 6
DI LORENZO. Talvolta incarna il calcio totale decantato martedì scorso, quando si protende dinnanzi dalla destra al centro e Zambo va a fare il suo supplente. Ed è dell’Euroappuntato Capitano il traversone della quaterna sigillata da Olivera – 7
Palla bellissima, quella che dà a Olivera, come bellissimo è il ruolo dipinto per lui da Spalletti ieri. Il capitano è pieno di sorprese – 7
RRAHMANI. Ogni gittata degli autoctoni viene intercettata con puntualità elvetica da lui e Kim Il Lungo, trasfigurati per l’occasione in torri radar aeree. Sul terreno, invece, si offre in oblazione umana per buttare in corner quella palla al 78’. Speriamo torni presto. Ah, dimenticavo: al 2’ fa un assolo con tunnel e quasi sventra il palo – 7
E su quel tunnel con annesso palo avrebbe meritato il boato dei tifosi napoletani a Cremona. Però sai la forza del Napoli di quest’anno qual è, Fabrizio? Che sì, la perdita di Rrahmani, che sicuramente salterà l’Ajax, è pesante, ma per la prima volta non guardi la panchina e pensi: e ora chi lo sostituirà? L’affidabilità della squadra costruita da Spalletti – e Giuntoli e De Laurentiis, non lo dimentichiamo mai – è tale da non causare più né brividi né mal di pancia – 7
OSTIGARD dall’81’.Vigila bene: a me Ostigard piace, Ilaria. Molto – 6
Anche a me, moltissimo. Ieri l’ho visto meno presente di quanto ci abbia abituati, ma entrare in corsa, all’improvviso, sicuramente non è una cosa semplice. Confido molto in lui, è un difensore solido e intelligente – 6
KIM. Come ha scritto Max Gallo sul Corriere del Mezzogiorno il valore aggiunto di questa squadra è la sua meravigliosa estraneità alla napoletanità stantia e soffocante e alla narrazione mainstream nonché ombelicale vigente da lustri. Questo per dire che Kim Il Lungo è un esempio monumentale di tenacia e bravura e anche a Cremona è determinante e salvifico per tutti e 95 minuti. Impressionante. Andrebbe preservato e salvaguardato dalla napoletanità di cui sopra. Anzi, al contrario bisognerebbe far scorrere la sua coreanità da fontane e rubinetti. Hai visto mai… – 7
Un monumento e basta. Uno che non mostra mai momenti di affanno o appannamento. Un viso pulito e sereno che nasconde una forza e un’applicazione straordinarie. Bisognerebbe raccontarlo, questo ragazzo, scoprirne caratteristiche e storia, la vita, le cose che gli piacciono, come ha passato gli anni che lo hanno portato fin qua. Attizza la curiosità e la goduria – 7
MARIO RUI. Su talune avanzate grigiorosse tiene la capa altrove, un po’ distratto. E poi, facci caso Ilaria, non serve quasi mai il Che Kvara. Epperò pitta il cross per la cabeza trionfante del Cholito, e che vale un voto in più – 7
So solo una cosa, Fabrizio: ricorderemo questa stagione come quella dei cross disegnati da Mario Rui sulla tavolozza dei colori più belli mai mostrati dal Napoli – 7
OLIVERA dall’81’. Segna l’argentino, segna il messicano e segna pure l’uruguagio. Una sequenza micidiale in lingua spagnola – 6,5
Il nuovo che avanza. Anche lui ne è espressione. Un meraviglioso nuovo, freschissimo, affidabile, con una fame da fare invidia al mondo. Grazie sempre Giuntoli, anche in questo caso – 7
ANGUISSA. Una partita normale, ai confini della stanchezza e questo rende un po’ lasco il Napule lì in mezzo. Non solo: al 28’ dà un’orrenda palla indietro al giovane Meret. Detto questo, conferma la sua novella vocazione offensiva ed è periglioso almeno due volte – 6
La peggiore prestazione finora in questo campionato. E’ umano, come ha scritto il direttore. Più che nella posizione in campo, non mi è piaciuto per la mollezza del piede in più di un’occasione – 6
LOBOTKA. Sul suolo cremonese c’è una gabbia allestita per lui, dove rinchiuderlo. Ma Robotka se ne libera tantissime volte e al solito detta la linea retta da seguire ai compagni. Ed è efficace anche nel recupero, ca va sans dire – 6,5
Nonostante la gabbia, manda spesso a vuoto la Cremonese. E poi la generosità, che meraviglia – 6,5
NDOMBELE. Tra annaspamenti vari e cose pregevoli, mettiamola così Ilaria: fin quando la partita galleggia sulla tranquilla serenità dello zero a uno, Ndombele non sfigura. Ma quando poi gli autoctoni pareggiano e il gioco si indurisce eccetera eccetera, è il primo a essere sostituito. Tutto torna – 6
Il minutaggio che ha nelle gambe non cambia, sia che subentri dalla panchina sia che venga schierato da titolare. Ma crescerà anche lui. Con questo Spalletti e questi esempi come compagni, la crescita è una certezza – 6
SIMEONE dal 57’. Come a Milano, un altro gol che porta tre punti. Indi la pelota per il duetto vincente tra il Che Kvara e il Bambolo finalmente assassino. Il Cholito ha tanta testa, la sua intervista alla Nacion e ripresa dal Napolista restituisce un ragazzo formidabile, che come i filosofi dà qualità al tempo ché ha trascorso l’adolescenza vedendo il papà quindici giorni all’anno – 7
La sua testa è ferma, come lui è sempre presente a se stesso. Nella craniata sotto porta che gli è valsa il gol c’è tutta la cattiveria agonistica di questo Napoli. Nella palla servita a Lozano c’è invece tutta la generosità e la visione di gioco di un calciatore intelligente e modesto, faticatore che addirittura insegna a tutti cosa vuol dire qualità del tempo contro quantità. Un esempio – 7
POLITANO. Dribbling, assist vari e un rigore stavolta non al cardiopalma, che spiazza Radu. Poi non ce la fa più e ci sta, dopo questa settimana d’oro – 6,5
Anche qui mi tocca dare ragione al direttore Gallo: è tornato per un attimo quello dello scorso anno, che proprio non ci piace e di cui non sentiamo più il bisogno. Quel Napoli è così lontano da questo che occorrerebbe fare di tutto per rigettarlo. E poi mi ha infastidita il fatto che vada sempre lui a tirare il rigore. Lo ha conquistato Kvara, avrebbe potuto tirarlo lui. Ma qui evidentemente subentrano le decisioni di Spalletti della vigilia – 6
LOZANO dal 72’. Entra animato da un maldestro furore solipsistico per non essere stato ancora ammesso nella coop spallettiana del gol. A placarlo è la generosità del Che Kvara che gli dà una palla a porta vuota. Assafà, Ilaria. Chucky si è tolto un pensiero e noi con lui. E poteva fare pure una doppietta – 6,5
Lui quella palla non l’avrebbe mai passata. Per il giudizio a Lozano vedi alla voce Kvaratskhelia – 6,5
RASPADORI. Stavolta Giacomino non è implacabile nel faccia a faccia con la porta. Due tiri a disposizione e due respinte. Per il resto fa la consueta e faticata spola verso il centro per liberare le ali e non solo – 6
E’ il suo fare la spola a liberare la forza di Raspadori in mezzo al campo. Il gol è un di più che quando arriva diventa la ciliegina – 6
ZIELINSKI dal 72’. Una sola giocata di livello, ma fa sentire che c’è – 6
Che bello guardare Zielo che entra in campo e pensare: mi sei mancato – 6
KVARATSKHELIA. Un uomo chiamato rigore: è il terzo che si prende se non ho fatto male i conti, Ilaria. Non è lui che vuole vivere di giocate decisive, a mio giudizio: forse non viene cercato con insistenza. L’ho scritto prima a proposito di Marittiello. E il nostro lettore Gianni Cicero mi conferma il sospetto: “Ma perché non giocano più spesso su di lui?”. Appunto. Quanto al valore aggiunto di cui sopra, alla voce Kim, il Che Kvara ha detto in settimana una cosa bellissima: “Ho imparato una sola parola di napoletano, ma l’ho dimenticata”. Urge tribunale presieduto da Funiculì Funiculà e pena esemplare – 7,5
Kvaratskhelia ricorda a Lozano e a noi tutti il valore della generosità. L’importanza degli assist, che spesso vengono ricordati più di un gol. Ormai ne sono convinta: Kvara è qui per illuminarci, per mostrarci la bellezza del calcio, l’intelligenza sopraffina, la furbizia, persino, nel procurarsi rigori e occasioni di gioco. La visuale di chi vede ciò che sta succedere un attimo prima che prenda consistenza la realtà. Come se direzionasse lui il gioco con la sua volontà. Kvara insegna. Educa. Semina bellezza – 8
SPALLETTI. Al netto della tiritera sulla stanchezza e sulle sostituzioni decisive, la formazione iniziale, prima del calcio d’avvio, mi ha procurato una leggera ma fastidiosa sensazione, una sorta di brusio che tornava dal passato. Ecco, spero che lo Sciamano, al di là di tutta la caciara sul fatto che non esistono titolari e riserve, non si faccia prendere dalla sindrome dei titolarissimi, già letale all’epoca del novantunismo sarrita. Lo dico, Ilaria, ché i cambi annunciati erano più d’uno. Ma è un brusio, appunto. Ché questo Napule ha una testa, una forza e un carattere completamente nuovi – 6,5
L’ho detto in principio: una partita come questa, l’anno scorso l’avremmo persa. Invece il Napoli soffre ma alla fine deborda. Mi sono emozionata più che con l’Ajax, Fabrizio, di un’emozione consapevole, speranzosa, illuminante. Un Napoli così io sinceramente non l’ho mai visto. Certo, la scelta dei giocatori sul mercato è stata determinante, ma non è detto che assemblarli sia facile. Spalletti invece ci è riuscito con una semplicità disarmante. Il Napoli è una famiglia in cui la consapevolezza è sempre la stessa: si può ancora migliorare, perfezionarsi e correggere gli errori. La sua incazzatura mentre il Napoli debordava diceva questo. Ed è bellissimo – 8
ARBITRO ABISSO. Fa vedere due cose buffe, insolite. Dapprima intercetta un pallone su punizione e destinato a Giacomino. Indi gli scappa un fischia su Zambo e chiede scusa – 6