Al quotidiano Olé: «L’arbitro non aveva visto niente, fu il quarto uomo a vederlo in tv. Ogni tanto mi sveglio la notte e penso che se avessi parlato di più con Zidane»
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Raymond Domenech. Indimenticato ct della Francia che perse la finale dei Mondiali 2006. Lo intervista il quotidiano argentino Olé. Ovviamente parla di quel Mondiale e dei suoi due Mondiali (2006 e 2010).
Ecco alcune dichiarazioni di Domenech estrapolate dall’intervista.
«Ricordo il Mondiale del 2006 e la finale con Zidane, e ricordo anche il Mondiale del 2010, con lo sciopero dei giocatori, con l’autobus, che non volevano scendere dall’autobus. Ho avuto due esperienze totalmente diverse: una, con la finale, e l’altra con tutto quel che è accaduto e che ha visto tutto il mondo».
Ci pensi ancora?
«No, no. Per me quando è finita, è finita. Ho scritto un libro, poi, due anni dopo, per spiegare tutto quello che è successo nel 2010. Una volta consegnato il libro, era tutto finito per me, era nero su bianco. La gente me ne parla tante volte ma per me è passato. La vita continua».
Perché si è arrivati a quella testata di Zidane? Si poteva prevenire?
«È stato come quando un aereo precipita, piccole cose che si sommano. Uno degli uomini che potevano cambiare le cose non era con noi. È stata una catastrofe, e non si può spiegare. Non ci sono stati problemi prima, la squadra stava bene, tutto stava andando bene. Nessuno può dire esattamente perché è successo».
Cosa ne pensi del comportamento dell’arbitro Elizondo in quella situazione?
«Fu la prima volta che venne usato il video per arbitrare. L’arbitro non aveva visto nulla, né gli assistenti, gli unici che l’avevano visto erano Buffon, Zidane e “l’altro” (Materazzi). Il quarto uomo ha visto in tv quel che è successo e lo ha detto all’arbitro. Il Var è nato per la prima volta nel 2006».
Allora non era regolamentare. Quell’immagine non poteva essere usata.
«Totalmente, non potevano utilizzarla. Ho cercato di trattenere il quarto arbitro, di parlare con l’arbitro, ma non voleva ascoltarmi. Se la gente avesse capito tutto quello che ho detto all’arbitro in quel momento, sarei stato squalificato per dieci anni».
Hai mai avuto modo di parlare con Zinedine Zidane di quel momento?
«No, niente. È la sua storia, non ne ha mai parlato con nessuno, mai, e non vuole più parlarne, è il suo passato. La gente ne parla. Con lui e con noi. Ma nessuno saprà cosa gli è passato per la testa».
Oggi i giocatori sono meglio preparati oggi ad affrontare situazioni come questa e ad evitarle?
«Sì, penso di sì. Forse se qualcuno avesse parlato di più con Zidane per far scemare la tensione, perché era la sua ultima partita. La pressione era troppo forte per Zidane. A volte mi sveglio di notte e mi dico: se avessi parlato con lui di più, prima, per spiegare cosa sarebbe potuto succedere, ma non potevo immaginare cosa sarebbe successo».
“Sono esperienze”, ha detto.
«Sì, è finita. Dobbiamo andare avanti. Zidane è stato poi un allenatore e ha vinto tre Champions, la vita va avanti. Sempre».
Domenech non ha dimenticato.