Vince 4-1, era 1-1 al 76esimo. Squadra stanca ma non si disunisce. Decisive panchina e mentalità. Ottimi Simeone e Kvara. Vittoria di squadra
Sono le vittorie più belle. Oseremmo dire da intenditori. Cremonese-Napoli 1-4 è la partita che certifica il salto di qualità mentale della squadra. Dal risultato sembra una partita a senso unico. È il bello del calcio. In una serata complessa, in cui si è sull’1-1 a un quarto d’ora dal termine, entrano le forze fresche e il Napoli finisce per dilagare. Perché è una squadra costruita in maniera perfetta, che ha una rosa talmente profonda da riuscire a incidere anche nelle giornate grigie. Una menzione per il Cholito che segna il gol del 2-1 al 76esimo. E che si sta rivelando calciatore molto più forte dei giudizi che lo hanno accompagnato da quando è in Italia. Del resto basterebbe vedere quanti gol ha segnato in Serie A.
Questa vittoria vale molto più della goleada di Amsterdam contro l’Ajax. Sembra paradossale ma è così. Il Napoli vince e va da solo in testa al termine di una prestazione decisamente inferiore a quelle cui ci aveva abituati. Le partite non possono essere sempre fuochi d’artificio. Riuscire a vincere anche quando – fisiologicamente – non si gioca a tutta, vuol dire che il gruppo sta realmente attraversando il processo di crescita. Che ha ben chiaro dentro di sé l’obiettivo da raggiungere. È l’ottava vittoria consecutiva tra campionato e Champions.
La sola brutta notizia di giornata è l’infortunio di Rrahmani nel finale, speriamo che non sia nulla di grave. Al secondo ha colpito un palo che avrebbe meritato il gol: dopo 40 metri palla al piede.
Spalletti ci perdonerà se ci consentiamo una parentesi individuale. Perché in questo Napoli Kvaratskhelia arriva da un altro pianeta. Nel giorno in cui non può imperversare, è decisivo. Il georgianoormai viene picchiato a tutto campo. È lui che si procura il rigore nel primo tempo. Cambia anche fascia. Da sinistra a destra. E lì sgomma, sterza verso l’area e conquista il rigore. A Dazn sono alquanto scettici, a noi il rigore sembra esserci: per essere fallo, non è detto che si debba azzoppare l’avversario. Ed è lui che la chiude, nel recupero, servendo a Lozano il pallone del 3-1. pallone che lui controlla.
È il giorno in cui si scopre che Anguissa è umano, non può giocare sempre a mille l’ora, anche lui ha le sue giornate no. È anche il giorno in cui Politano torna Politano: per una partita la pozione magica non ha funzionato. La Vanoni direbbe che è uno di quei giorni che ti prende la malinconia. In realtà non è così. E uno di quei giorni in cui capisci che il campionato dura 38 giornate, è sangue merda. E tante altre ce ne saranno di partite così. Il resto è Playstation.
Spalletti adotta una rotazione misurata. Rientrano Mario Rui e Politano, a centrocampo c’è Ndombele per Zielinski. Non ci sono volti nuovi e in campo non si sentono energie fresche. Anche se Spalletti si inventa Di Lorenzo quasi alla Cancelo, che va a dare fastidio alle linee centrali della difesa avversaria. Il Napoli non riesce a fare il Napoli. È stanco, non è lucido, lo capisci di chi arriva per primo sul pallone. I lombardi appaiono più brillanti.
Dopo il gol su rigore, il Napoli non si distende. Non può farlo, è appannato. E la squadra di Alvini il suo lo fa. Si difende e davanti prova a giocare. Felix, il giocatorino che piaceva a Mourinho, si conferma interessante. E anche Dessers si dà da fare, non si lascia intimidire dalla coppia centrale difensiva azzurra. È lui che a inizio ripresa pareggia, grazie anche a una deviazione. Qui comincia la seconda partita. Il Napoli non si disunisce, resta concentrato. Il resto lo fa Spalletti con le sostituzioni, Giuntoli e De Laurentiis con la panchina che gli hanno apparecchiato e il Cholito e Lozano con i gol. Soprattutto il Cholito. Cremonese-Napoli 1-4 è una partita da segnare in rosso sul calendario.