Alcune scelte del tecnico sono basate sulla testardaggine più che sulla ragione. Kroos sembrava dieci anni più giovane di Busquets
El Mundo scrive del disastro Barcellona.
“Non ci sono scorciatoie nel calcio d’élite e il Barça lo sta ricordando (perché lo si sapeva già) rapidamente e in modo negativo”.
Il Barcellona di Xavi ha giocato contro due big: Real e Bayern ed ha perso con entrambe. E non è nemmeno riuscito a vincere con l’Inter, che era quasi fuori dalla Champions.
“La squadra di Xavi ha giocato due partite contro squadre d’élite, Real Madrid e Bayern, e ha perso entrambe bene (no, spremere 10 minuti al Bernabeu contro un avversario fiducioso e resistere per un po’ a Monaco non vale come competere), e altre due contro un rivale di alto livello, l’Inter, che era praticamente fuori dalla Champions League”.
“In realtà, il problema del Barça è stato creato solo da se stesso. È una squadra migliore di quando Xavi l’ha presa, ma era assolutamente impossibile che fosse ciò che i suoi leader intendevano convincere il mondo che sarebbe stato. Ha rallentato la caduta e ha iniziato una lenta salita, ma la cima non è ancora nemmeno stata intravista. Con la mancanza di identità e talento che la squadra ha sofferto un anno fa, se il messaggio fosse stato quello sensato e non quello folkloristico, oggi sarebbe semplice difendere la situazione: “Stiamo crescendo, non saltiamo da 5 a 10 con quattro ingaggi, stiamo andando passo dopo passo”. Laporta ha buttato quella tesi fuori dalla finestra dando la priorità all’euforia e al presente sulla prudenza e sul futuro”.
La colpa è anche di Xavi, ma non tutta sua.
“Il miglioramento è venuto molto più dalle scarpette di Lewandowski che dalla mente di Xavi. Che Eric García è Eric García non è colpa sua e non ne aveva più, ma l’impegno in Busquets per giorni di questa richiesta è sempre meno sostenuto. Kroos sembrava dieci anni più giovane di Busquets, invece ha solo due anni in meno”.
E poi ci sono le scelte di campo.
“Gli infortuni erano condizionanti, ma non c’era migliore opzione di Sergi Roberto per contrastare Vinicius? E perché Gavi, unica mezzala con la combinazione di intensità e qualità richiesta dal calcio di oggi, era in panchina? Queste sono decisioni che sembrano essere basate più sulla testardaggine che sui meriti e sulla ragione”.
El Mundo continua:
“Il Barça è una squadra che non difende e non corre”.
Difficile vincere giocando a calcio, in quel modo.
“Madrid e Barça esistono in due universi diversi in questo momento. Uno è reale, l’altro era un sogno. Era”.