Fondato dal prof. Alfonso Paolella (che ne è anche segretario) un anno e mezzo fa. Alla presidenza c’è Francesco Palagiano
È una bella realtà quella del Centro internazionale di studi “G.B. della Porta” che il segretario e fondatore Alfonso Paolella ha creato un anno e mezzo fa (alla presidenza c’è Francesco Palagiano).
“Abbiamo aderenti in tutti i Paesi europei ed anche in Russia, negli States e finanche in Argentina e Brasile. Su Internet abbiamo una nostra rivista “Studi dellaportiani” – dove non ci sono solo i link ai nostri convegni ma anche tutte le opere del della Porta, non solo quelle a sfondo scientifico ma anche quelle di teatro ed una mare di riferimenti bibliografici. Il prossimo anno ci saranno convegni su ‘L’Inquisizione a Napoli’ e su ‘L’Alchimia’ e su ‘Il corpo in movimento’. Nel gennaio del 2023 saremo negli USA per ripetere il nostro convegno sulla ‘Fisiognomica’. Il 27 ottobre (ore 18) intanto in un evento online la prof.ssa Michaela Valente (La Sapienza di Roma) si occuperà del tema tormentato del rapporto del genio napoletano con l’Inquisizione. Nel convegno che si è svolto a Piano di Sorrento in Villa Fondi de Sangro – dal 6 all’8 ottobre scorso – si è invece fatto il punto su un aspetto del Nostro poco conosciuto dai più e poco indagato anche dagli studiosi del settore, quello su ‘Il teatro di della Porta nel ‘500: scenari e contesti europei”.
Nella prima giornata del convegno – a cui il Napolista ha assistito – c’è stata un ottimo inquadramento storico del prof. Giulio Sodano (ordinario di Storia Moderna alla ‘Vanvitelli’ – e subito si è entrato in medias res con l’intervento del prof. Piermario Vescovo – ‘Ca’ Foscari’ – che ha parlato di una vera e propria funzione dellaportiana: “che partendo dal canovaccio dell’imperante commedia dell’arte ha riempito ‘con la forma scritta la rappresentazione’”.
Capitolo importante quello della fortuna di della Porta e dei suoi repertori –“il Porta’ – che furono presenti anche a Goldoni e lo influenzarono. Dai palchi delle piazze il teatro passò a i teatrini di corte signorile, poi nacquero – più tardi – i primi teatri pubblici, ed anche per merito del della Porta – i cui scritti furono utilizzati dai maggiori capocomici italiani ed europei – il teatro si fece trasmissione democratica.
Le conclusioni le ha tratte Paolella: ‘Il teatro di della Porta in questo convegno, è stato finalmente riscoperto della stessa dimensione di un Lope de Vega e di un Calderòn de la Barca con molti punti di contatto con Shakespeare. Spero solo che sia veramente rivalutato come merita! In Febbraio, spero, usciranno gli Atti del Convegno”.