Altro che noia. Il Guardian descrive un mondo assurdo fatto di storie di imbrogli, alcolismo eccessivo, sesso e minacce di morte

Prima tutti pensavano agli scacchi come ad un mondo cervellotico, fatto di super-intelligenze, tatticismi, e tanta noia. Poi sono arrivate le “perline anali vibranti”. Simon Williams, un famoso commentatore si scacchi noto come Ginger GM si sofferma a considerare le accuse, amplificate da Elon Musk, secondo cui un sex toy telecomandato potrebbe aiutare un giocatore a barare: “È completamente surreale. Risibile. Monty Pythonesco. È un’idea interessante. Ma non funzionerà”.
Invece secondo molti ha già funzionato: il campione del mondo Magnus Carlsen ha lasciato la prestigiosa Sinquefield Cup da 500.000 dollari dopo aver perso contro un adolescente americano, Hans Niemann. E l’ha poi accusato di barare, con o senza vibratori anali.
Il senso di tutto ciò è ben raccontato da un lungo pezzo del Guardian, e che sottolinea quanto “dall’oggi al domani, gli scacchi siano diventati in parte soap opera, in parte un crime”. Gli scacchi “sono cambiati radicalmente. Lo stereotipo polveroso di un gioco giocato da uomini e ragazzi socialmente imbarazzanti in sale di chiese piene di spifferi e in sale da pub chiuse al riparo dai normali scommettitori non è più la norma. Invece siamo entrati in una nuova era degli scacchi: più giovani, hipper, anche un po’ rock’n’roll”.
“Online, è nata una nuova razza di glamour “streamer” di scacchi, alcuni dei quali guadagnano centinaia di migliaia di sterline all’anno. Altri milioni ora stanno giocando e guardando. Nel frattempo, ai massimi livelli, abbondano le storie di imbrogli, alcolismo eccessivo, groupies e persino minacce di morte, se non ancora tutte assieme”.
“Gran parte di tutto ciò è dovuto a Carlsen. Il miglior giocatore del mondo da più di un decennio, è giovane (ha 31 anni), spiritoso e furbo. Faceva il modello per G-Star Raw, è arrivato decimo su 7,5 milioni di giocatori nella competizione Fantasy Premier League 2019 ed è anche un discreto giocatore di poker. La sua azienda, Play Magnus Group, è stata recentemente venduta per circa 82 milioni di dollari”.
Gli scacchi inoltre sono diventati un “e-sport”. Ed è esploso in questa modalità grazie ai lockdown da Covid e allo show Netflix The Queen’s Gambit. “La popolarità degli scacchi è partita verso la stratosfera. Nell’agosto 2022 il popolare sito Web gratuito Lichess ha ospitato più di 92 milioni di partite”.
Gli scacchi classici richiedono ore per giocare. Ora invece vanno di moda le partite “blitz” online, nelle quali i giocatori hanno solo tre minuti per fare tutte le loro mosse. Alcuni giocatori sono diventati star del web, “streamer”. Giocano e nel frattempo chattano e spiegano le mosse. Uno di questi è un giapponese, Nakamura. King dice di lui che è “gobbo. È supponente. Non gli importa di far arrabbiare le persone. Fondamentalmente ha appena hackerato un algoritmo online che significa che avrai successo”.
Solo su Twitch Nakamura ha guadagnato 773.000 dollari l’anno scorso. E il circuito femminile online va fortissimo.
E poi c’è il dramma “di contorno”: i grandi maestri si danno regolarmente la caccia sui social media, i giocatori litigano o persino, come nel caso del grande maestro olandese Anish Giri, i messaggi privati vengono violati e trapelano. L’anno scorso è emerso un video di Nakamura che picchia per strada con un altro grande maestro, Eric Hansen, dopo che una partita lampo tra ubriachi è finita male. “Molti giocatori sono forti bevitori – scrive ancora il Guardian – Mostra quanto sia stressante il gioco. A volte dopo una partita, un giocatore non riesce ad addormentarsi per tutta la notte perché continua a ripetere le mosse nella sua testa”.
Negli scacchi, oggi, ci sono le groupie. Come nel rock degli anni 70. E ci sono gli abusi.
E poi ci sono i bari. Solo nel marzo 2020, Chess.com ha chiuso quasi 10.000 account per violazioni del fair play, inclusi quelli di sette giocatori titolati. “Barare è una maledizione per i giocatori di scacchi”, ammette Rowson, il cui libro The Moves That Matter esplora la relazione tra il gioco e la vita. “Perché chiedi sempre: ‘Come sta cercando di battermi questo avversario?’ C’è questa necessità intrinseca di vigilanza che può sfociare nella paranoia. La gente dimentica che gli scacchi sono anche una sublimazione della guerra e un incontro rituale con la morte”, aggiunge. “Perché in effetti, la tua vita è in gioco. Quindi la posta in gioco è alta. La gente lo sente”.