Intervista al Corsport: «possiamo arrivare più in alto di quanto pensino tutti. I tifosi sono straordinari. Non ho ancora visitato la città»
Kvicha Kvaratskhelia intervistato dal Corriere dello Sport, a firma Fabio Mandarini.
Al Napoli dà dieci:
«Facile: 10. E’ una squadra piena di giocatori molto forti, molto bravi: se continuiamo così, possiamo anche arrivare più in alto di quanto pensino tutti».
Cosa le disse Spalletti prima di venire a Napoli?
«Tante cose. Ci incontrammo a Milano, a casa sua. È veramente un grande allenatore. Molto, molto bravo: mi guarda da fuori e mi dice cosa sto facendo nella maniera giusta e cosa sto sbagliando. Mi fa migliorare. È un maestro».
Ambizione
«Sto lavorando molto per migliorare e voglio lavorare anche di più perché devo ancora imparare tante cose. Però una cosa è certa: voglio arrivare in alto».
Umiltà.
«Me l’hanno trasmessa i miei genitori, sono cresciuto così: non mi piace chi esagera e chi parla troppo. Io so soltanto che devo fare del mio meglio e poi la gente giudicherà se sarò stato bravo oppure no».
Chi ha più limiti: il Napoli o Kvaratskhelia?
«Nessuno ha limiti. Possiamo crescere insieme, mano nella mano. No limits».
Campionato o Champions?
«Perché devo scegliere? Tutti e due».
Chi era il suo idolo da piccolo e aspirante calciatore?
«Cristiano Ronaldo. Anche se il mio primo amore è stato Guti del Real Madrid. Quando giocavo con gli amici a Tbilisi, la mia città, indossavamo magliette bianche: io, dietro, scrivevo il suo nome».
Il rapporto con Napoli.
«Vivo nei pressi del centro sportivo e tra mille impegni non ho ancora avuto il tempo di visitarla come vorrei, ma per quello che ho visto mi piace tanto: è accogliente, ti riempie d’affetto e i tifosi e la gente in genere sono straordinari. E’ proprio come me l’avevano raccontata».
«Qui sono pazzi per il calcio, un amore infinito. E poi a Napoli ha giocato Maradona. Maradona: lo amano tutti, ne parlano tutti. È ovunque».
Frequenta i compagni di squadra?
«Quando andiamo a cena tutti insieme, altrimenti resto a casa. In famiglia».
Ha imparato qualche parola in napoletano?
«Sì, una. Ma non la ricordo! Nel frattempo studio l’italiano».