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L’amaro reportage de L’Equipe sul torneo Atp Napoli: «A parte il panorama, è tutto amatoriale»

«Hanno fatto il passo più lungo della gamba». Le testimonianze dei giocatori. Dougaz: «mai visto nulla di simile. In albergo mi hanno svegliato alle 7.30: o vai via, o ci paghi la notte extra»

L’amaro reportage de L’Equipe sul torneo Atp Napoli: «A parte il panorama, è tutto amatoriale»

Il torneo Atp Napoli

L’Equipe ha pubblicato un ampio reportage sul torneo e anche in questo caso (dopo Le Parisien) Napoli non rimedia affatto una bella figura. Il contrasto è sempre lo stesso: la bellissima cartolina e la frustrante realtà.

La vista a volo d’uccello del telo blu del Mar Tirreno, mozzafiato, le regala false arie monegasche, dove il Torneo di Monte-Carlo Masters 1000 si accovaccia ogni anno sul podio dei punti più belli del circuito ATP. Sfortunatamente, il confronto con l’abbagliante torneo del Principato finisce bruscamente lì. L’ATP 250 di Napoli, prima edizione, non ha nulla del paradiso fosse anche fiscale.

Prosegue L’Equipe:

Da onesto Challenger sulla terra battuta a nuovo arrivato sul circuito principale, il torneo napoletano ha fatto il grande passo quest’anno ottenendo una licenza stagionale dopo la cancellazione del tour cinese causa Covid-19. Probabilmente ha fatto il passo più lungo della gamba. Gli organizzatori hanno fatto un bel capitombolo.

Il quotidiano sportivo francese raccoglie una serie di dichiarazioni. Tra queste ci sono le parole del giocatore tunisino Aziz Dougaz:

“È stato tutto molto disorganizzato, molto amatoriale. Ho giocato tornei Futures (di più basso livello, ndr), a Monastir per esempio, meglio organizzato di questo torneo.

Sin dai primi colpi tutti hanno scoperto l’inferno dell’allestimento dei campi:

“La vernice era completamente strappata, era ingiocabile”, dice Dougaz, numero 333 al mondo.

Poi, il racconto di quel che è successo lo scorso week-end con i campi inagibili.

Buchi, qua e là, vesciche e impronte, come se qualcuno avesse camminato sul cemento non ancora asciutto: i terreni erano completamente impraticabili.

«Questa superficie è quella che di solito mettono sui campi al coperto. Non l’avevo mai visto all’aperto, assicura Dougaz. Ci hanno spiegato che questa superficie non sopporta la pioggia e che, visto che ha piovuto molto giovedì, ha rovinato i campi. Ma se sai che non sopporta la pioggia, non avresti dovuto utilizzarla. La superficie era decisamente pericolosa».

Dougaz racconta poi il trasferimento al TC Pozzuoli definito

un piccolo club amatoriale per nulla pronto ad ospitare un evento di questa dimensione. “Ho avuto l’impressione di giocare un torneo nazionale in Francia quando avevo 15 anni. La superficie era super veloce, i campi non sono stati rifatti per circa dieci anni, credo. Abbiamo chiesto delle palline, non ce n’erano. Non c’erano nemmeno i teloni ATP. Niente era pronto».

In assenza di riflettori a Pozzuoli – racconta L’Equipe che riepiloga quel che è accaduto – diversi incontri delle “qualificazioni” sono stati rinviati a lunedì.

C’è poi il racconto della partita sospesa tra Moutet e Nardi, la denuncia di Barrientos “sfrattato dalla sua camera d’albergo”.

Il giorno dopo la sua eliminazione, Dougaz ha ricevuto una piacevole telefonata alle 7:40 del mattino, nella sua camera d’albergo: “La reception mi ha detto che, se non avessi effettuato il check-out entro un’ora, avrei dovuto pagare la notte extra. Me ne sono andato subito!».

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