Con Spalletti l’ideologia scende a patti con la realtà. Lo spettacolo di Kvaratskhelia è la frustrazione che dipinge sulle facce degli avversari
Le pagelle di Napoli-Torino 3-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Il potere della mente fa miracoli, Ilaria. La rivoluzione dello Sciamano ha ribaltato anche le teste azzurre e adesso il giovane Meret non fa tremare più come prima. Mi spiego: in altri tempi i suoi rilanci per costruire dal basso avrebbero provocato scosse cardiache a tutti. Invece todo cambia e non si spalanca alcun abisso quando il nostro pipelet è in difficoltà. Merito dell’ambiente, merito del clima, merito dei risultati. Senza dimenticare che non ci sono più i senatori a mobbizzarlo. Detto questo il tiro di Sanabria gli piega le mani, ma lui lo vede solo all’ultimo centesimo di secondo. Dalla sua ha la respinta al tentativo di Vlasic al 17’ e la paratona su Radonijc all’84’ – 7
Al tiro di Sanabria oppone mani da ricotta. In più qualche incertezza sulla costruzione dal basso. Ottime le due parate di cui parli tu – 6,5
La difesa
DI LORENZO. Il Toro imperversa a destra come a sinistra e l’Euroappuntato Capitano deve soffrire non poco ma questo Napule bello, cinico e resistente gli assomiglia molto. E all’86’ anch’egli si concede un assolo con tiro finale – 6,5
Voglio giudicare soprattutto il Di Lorenzo aziendalista ascoltato a fine partita. Capitano fino al midollo – 7
RRAHMANI. Amir e Kim sono ormai una premiatissima ditta di pulizie e spazzamento. I pilastri di una muraglia mobile che oggi non tira mai il fiato. Salvifico, davvero salvifico al 77’. Ci vogliono odi e lodi, Ilaria, per questa coppia – 7
Tutto giusto, Fabrizio, anche se oggi è stato un tantino sotto la media. Quando ci si abitua alla bellezza si diventa di palato troppo fine, forse – 6,5
KIM. Il lavoro è tanto e un paio di errori capitano. Ma di testa, Kim il Lungo è dominatore del cielo. Senza dimenticare la terra, quando al 27’ si lancia col corpo contro la cagliosa di Miranchuk – 7,5
Stesso discorso del compagno di reparto. Il voto vuole solo essere un complimento. Ho visto un Kim da 7, ma Kim in genere è da 9 – 7
MARIO RUI. Ecco un’altra svolta psicoambientale: Marittiello fa cross perfetti. Il merito dell’uno a zero è anche suo – 7
Cross al bacio per Anguissa, come era stato al bacio quello per Simeone. Ma poi l’anima, la testa che ci mette, la voglia. E come non elogiare l’intesa meravigliosa che ha con Kvara? – 7,5
OLIVERA dall’80’. Senza voto
Senza voto
Il centrocampo
ANGUISSA. I paragoni sono sempre scivolosi ma ha fatto una partita alla Pogba dei tempi d’oro. Un centrista totale che oggi declina calcisticamente il verbo “aggredire” in tanti modi. Al punto che aggredisce pure la porta del Toro per due volte, segnando di testa e di piede. Il secondo è un gol wagneriano, una cavalcata solitaria che si trasfigura nella volontà di potenza. Pura Zambolandia dove il talento impalma la fatica e la corsa – 8
Spettacolare. Di Zambo mi colpisce il fatto che anche quando toppa rimedia subito. Oggi è stato superlativo, ha completamente disarmato il Torino – 9
LOBOTKA. Lord Protettore della pelota, dalla difesa al centro e viceversa. Il Napule si adatta al Toro dopo la prima mezz’ora marziana e Robotka fa il camaleonte mutando di colore a seconda della situazione – 7
E’ un peccato non riuscire a dipingere sempre nuovi elogi per Lobo. Il suo modo di giocare è assolutamente eccitante – 7
ZIELINSKI. Esalta la sua classe irruenta con cagliose e accelerazioni. Suo l’assist per il golazo carambola del Che Kvara – 7
Kvara ha dovuto solo poggiarla dentro con un colpo da biliardo – 7
NDOMBELE dal 62’. Ormai quando entra in campo, Ilaria, è come un pacco a sorpresa. Lo scarti e non sai mai che contiene, se cose brutte o belle. Oggi tocca alle prime: Ndombele pasticcia sovente in difesa e lì in mezzo – 5
Non sono d’accordo. Tutte giocate di prima per liberare i compagni. Per me un punto di merito – 6
L’attacco
POLITANO. Questo Napule giunto alla seconda edizione luciana lo sta rendendo decisivo come non mai: la destra viene percorsa da cima a fondo per poi tornare o ripartire. Va al tiro un paio di volte e statisticamente è suo il servizio per lo strabiliante due a zero del Frankone azzurro – 7,5
Totalmente trasformato rispetto al giocatore inconcludente visto l’anno scorso. Manda in porta Anguissa dopo una macchinosa costruzione da dietro dei compagni, finisce coi crampi: cos’altro? – 8
LOZANO dal 67’. Lo spallettismo del Ventidue è testa e collettivo, come rimarca Max Gallo, ma non è concepito per castrare le individualità. Insomma non lobotomizza il talento. E così il Bambolo messicano fa l’egoista tre volte e alla terza gli stava riuscendo un gran gol. Peccato – 6,5
Molto, molto migliorabile, da quel punto di vista. Il suo egoismo è una nota stonata in questo Napoli collettivo – 6
RASPADORI. Da un’azzurro all’altro, seppure in versione Halloween, Raspad’oro si offre in sacrificio con un movimentismo che si espande in lungo e in largo. Al tiro ci va due volte – 6,5
Doveva aprire spazi, lo ha fatto. Il gol verrà altre volte – 6,5
SIMEONE dal 62’. Occupa spazio e recupera e trattiene palle. Bene così – 6
Senza voto
KVARATSKHELIA. Lo Sciamano gli allucca in capa e lui fa gol. Io mi accontento così: finalmente liberi dall’ossessione del possesso palla, per me è una gioia vedere il Che Kvara fare una sola giocata in tutta la partita – e che giocata (altro assolo di oggi) – e segnare. Un tempo il calcio funzionava anche così – 7
Totalmente imprevedibile, come imprevedibili sono le sue giocate. Continuo a dire che Spalletti dovrebbe lasciarlo libero di fare quello che diamine vuole. Lo spettacolo, oltre ai suoi dribbling, alle sue scelte in campo, alle smorfie del suo viso, è la frustrazione che dipinge sulle facce dei difensori avversari. Da mettersi le mani nei capelli – 7,5
ELMAS dall’80’. Senza voto
Senza voto
L’allenatore e l’arbitro
SPALLETTI. Per me è un godimento lasciare a Juric il lamento similsarrita sul maggiore possesso del Toro e prenderci i tre punti, unica cosa che conta. Questo Napule è forza e classe senza gli intontimenti estetici e superflui del passato. Una squadra che si fa concava e convessa, laddove l’ideologia scende a patti con la realtà e le caratteristiche dei singoli. Ecco perché questo quattro tre tre non ha il dogma dei titolarissimi. E’ una rivoluzione copernicana, non c’è più l’ottusità al potere, quella che pretendeva da ogni giocatore l’applicazione aprioristica del modulo e scartava i meno zelanti. Il merito è soprattutto dello Sciamano – 8
Stavolta è lui ad aver studiato alla perfezione Juric, ad averlo completamente neutralizzato. Mi piace il fatto che si lamenti per gli errori dei suoi. E’ incredibile pensare che questo Napoli può ancora crescere. E’ uno spettacolo guardarlo, viverlo, immaginarlo, aspettarlo quando non gioca. E’ un Napoli favoloso – 9
ARBITRO MASSIMI. Tranne il presunto rigore su Giacomino, non deve affrontare situazioni difficili – 6
Bravo a tenere le redini della partita e a buttare fuori il bifolco Juric. Anzi, avrebbe potuto farlo anche qualche minuto prima – 6