Ai Mondiali Usa lo sfogo col procuratore: «Non puoi capire, mi hanno chiesto se fossi italiana. Questa è la mia ultima partita in Nazionale».
Paola Egonu lascia l’Italvolley per colpa del razzismo. Ancora non è chiaro se si tratterà di una pausa di riflessione o di un addio, ma di fatto, la Egonu va via.
Ieri, al termine della finale per il terzo e quarto posto vinta dall’Italia contro gli Usa ai Mondiali di volley femminile, Paola Egonu si è avvicinata al suo procuratore, Marco Reguzzoni e si è sfogata. Le sue parole sono state catturate in un video che è diventato subito virale. Sono queste:
«Non puoi capire, non puoi capire. Sono stanca. Mi hanno chiesto anche se fossi italiana. Questa è la mia ultima partita in Nazionale».
Mi hanno chiesto anche se fossi italiana. Questa è la mia ultima partita in Nazionale, sono stanca”
Paola Egonu, la più forte giocatrice di pallavolo del mondo. Una ragazza di cui dovremmo solo essere orgogliosi.#paolaegonu
— OverTime Storie a Spicchi (@StorieASpicchi) October 15, 2022
Più tardi, ha provato a spiegare:
«Quella presa di mira sono sempre io. Si va sempre a vedere come io ho sbagliato, come potevo fare meglio. Mi fa ridere pensare a persone che mi hanno chiesto perché sono italiana, mi chiedo perché con la maglia della Nazionale debba rappresentare persone del genere che mi scrivono queste cose. Io ci metto l’anima e il cuore, non manco mai di rispetto a nessuno e fa male».
Quando le è stato chiesto se continuerà con la Nazionale ha risposto:
«Questo ancora non si sa… Però sono felice di aver avuto questo Mondiale, la prossima estate si vedrà, spero di ripensarci perché abbiamo ancora tanto da fare con questa Nazionale. A gennaio vi farò sapere».
Anche Reguzzoni ha commentato l’accaduto:
«Nell’audio lei mi diceva di essere stanca di essere criticata come se avesse ammazzato qualcuno. Ha 23 anni ed è un peso subire queste critiche quando sbaglia una partita. Ma è uno sfogo che finisce lì. Chi le ha chiesto se è italiana? Non lo so, magari qualche tifoso che passava. Lei è italiana, e doverlo ancora spiegare la ferisce. Siamo nel 2022 e sentire questo tipo di domande è triste».