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Raspadori a volte sa di Paolo Rossi e a volte di Bruno Giordano

Il Corsport: il rabdomante del gol ha confermato di appartenere alla categoria degli eletti, dove già si era sistemato Kvara

Raspadori a volte sa di Paolo Rossi e a volte di Bruno Giordano

Raspadori punto di riferimento di questo Napoli. Ne scrive Antonio Giordano sul Corriere dello Sport.

Il Napoli riparte da Raspadori e da Kvaratskhelia, che sommati rappresentano vibrazioni allo stato puro. Raspadori ha presentato le proprie credenziali in lieve ritardo: una doppietta all’Ajax, una rete a Glasgow, e uno allo Spezia, a cui aggiungerne uno in Inghilterra e un altro in Ungheria (tutto in venticinque giorni) e il rabdomante del gol – che ora sa di Paolo Rossi e ora di Bruno Giordano – ha confermato di appartenere alla categoria degli eletti, dove già si era sistemato Kvara, con quell’aria da scugnizzo e quelle diavolerie che attraggono pestoni.

Raspadori è in fase evolutiva, dunque da definirsi, è capace di fare varie cose – la prima punta o l’esterno o starsene alle spalle di un centravanti classico – e comunque in grado sistematicamente di far male. Kvara è già esplosivo, è un crack, fa innamorare e disperare, tormento ed estasi, dipende dai punti di vista.

L’Equipe su Raspadori

Di lui L’Equipe ha scritto:

Dopo il memorabile gol contro l’Inghilterra di venerdì (1-0), dopo un delizioso controllo, Giacomo Raspadori è stato più sobrio questo lunedì a Budapest. Ma il piccolo attaccante italiano (1,72 m) ha portato oltre la sua selezione, sfruttando il bel pressing di Gnonto per segnare il suo secondo gol in due partite (27°), il quinto con la A. Mobilissimo, ultra furbo, l’attaccante del Napoli continua a affermarsi come elemento imprescindibile all’interno della nuova formazione italiana”.

Libero lo ha elogiato così:

È bello vedere Raspadori che si esalta ed esalta la squadra in cui gioca grazie ad un’intelligenza calcistica superiore –nemmeno un movimento inutile, tutto in funzione del gioco – nello stadio di chi l’ha mostrata nel calcio prima e più di tutti: Cruijff. Ricorda, come Dimarco, che la qualità paga sempre i dividendi. Il punto è metterla nelle condizioni di esprimersi.

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