«Scusatemi se ho esagerato, non ci posso fare nulla. Kvaratskhelia non è un giocatore normale, è un’altra roba. Con quella capigliatura un po’ così, quei calzettoni abbassati…»
Si affida ad Instagram Francesco Repice per rispondere alle critiche di chi lo aveva accusato di esagerare quando, commentando Napoli-Ajax in radiocronaca, ha accostato Khvicha Kvaratskhelia a George Best. In realtà il noto radiocronista Rai non è l’unico ad essersi avventurato in un paragone del genere. È innegabile che Kvara ricordi il nordirlandese in alcune movenze, anche nella ricerca spasmodica del dribbling. E, di fatto, Repice ha annunciato di non aver cambiato idea.
«Io lo so che forse ieri in radiocronaca a Napoli, allo Stadio Diego Armando Maradona ho esagerato, ma mi è uscita dal cuore, mi è venuta e non sono riuscito a trattenermi. Chiedo scusa se qualcuno non è d’accordo, però ripensandoci tutta la notte io più vedo quel ragazzo con la numero 77, i calzettoni abbassati e quella capigliatura un po’ così, più mi viene in mente un ragazzo di Belfast, non ci posso fare nulla. Per me Kvaratskhelia non è un giocatore normale, è un’altra roba. È veramente un’altra roba».
Visualizza questo post su Instagram
A proposito dell’attitudine al dribbling di Kvara, poche settimane fa scrivevamo:
Il collettivismo ideologico ha pian piano trasformato la natura dello sport di squadra. Scartare l’avversario, usarlo come un paletto in slalom, è considerato un vezzo estemporaneo, estetico più che funzionale. Eppure è la forma più immediata di risoluzione del problema: devo battere il mio avversario, lo devo saltare, devo vincerne la difesa, è meglio andare uno contro uno o aggirare l’ostacolo con una rete di appoggi, sponde, movimenti? Eccola la rivoluzione della tradizione. Garrincha, Bruno Conti, Maradona, Ronaldinho, Ronaldo il Fenomeno, Sivori, Best sceglievano la via diretta.