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Spalletti: «La forza del Napoli è che tutti vogliono mettere qualcosa in più per contagiare gli altri» 

In conferenza: «Si può giocare ancora meglio di così, perché abbiamo sbagliato delle cose. L’abbondanza in attacco non è un problema, è una risorsa».

Spalletti: «La forza del Napoli è che tutti vogliono mettere qualcosa in più per contagiare gli altri» 
As Napoli 01/10/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Torino / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Alla vigilia di Napoli-Bologna, l’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, presenta la gara di campionato in programma al Maradona in conferenza stampa.

«La gestione degli attaccanti è facile, si va in campo in undici ma le rose sono di 24-25 calciatori. Ci sono posizioni dove è importante avere la possibilità di cambi, se non avessimo avuto Raspadori e Simeone, in assenza di Osimhen sarebbe stata dura. Da qui in avanti si valuta di volta in volta e si tiene conto della forza dei giocatori. In questo momento Zanoli non può fare Di Lorenzo, ma ci sono altre situazioni dove si può cambiare perché si equivalgono per forza ed esperienze. Faccio tutto abbastanza correttamente, senza andare a fare troppi calcoli ma guardare l’atteggiamento corretto dei calciatori, poi si sceglie. Davanti non è un problema l’abbondanza, ma una risorsa».

«Le insidie del Bologna? Ogni partita è un viaggio verso l’ignoto. La bravura è renderlo abbastanza prevedibile, perché poi anche se può sembrare faticoso bisogna riprendere la palla e portarla in cima al campo, rifarlo ogni volta e questo purtroppo se non lo fai ogni volta non sei stato nulla, il calcio funziona così. Tutte le volte devi ripartire e rifare le stesse cose. Per la mia squadra mi sembra abbastanza eccitante, in questo momento, mi sembra la faccia sentire viva».

Spalletti e i centrali difensivi

«Come colmare l’assenza di Rrahmani? Abbiamo quattro giocatori forti sulle posizioni dei due centrali. Nell’ultimo caso ho scelto Jesus perché a Cremona avevano cominciato a buttare la palla in area dritto per dritto e Ostigard è uno dei più forti che io abbia mai allenato di testa sulla palla lanciata. L’Ajax ha uno piccolino, volevamo andare a giocare a campo aperto e Kudus è uno dei più veloci, Jesus ha una velocità importante ed era il più adatto. Sono caratteristiche, anche in quel caso. Lo dice la partita se serve uno o l’altro. A centrocampo serve forza, Ndombele ha questa caratteristica».

«Kim ha avuto problemi di assestamento a centrodestra? Quando Kim è arrivato gli ho chiesto di questa posizione e lui era preoccupato perché giocava e centrosinistra. Temeva di non saper sviluppare le mie richieste col piede sinistro. Ha avuto due o tre difficoltà, è vero. E’ stato bravo Meret. Domenica era felice di giocare finalmente a destra. Demme? Sta benissimo, ha recuperato in pieno e meno male».

Spalletti: si può giocare meglio di così

«Si può giocare meglio di così? Sì, perché delle cose le abbiamo sbagliate anche contro l’Ajax. Poi se si pensa che non si possa giocare meglio vuol dire che siamo travolti dall’euforia, che abbiamo raggiunto il massimo. Abbiamo ottenuto grandi risultati, ma in campionato siamo tutte lì a pochi punti, per cui è la classifica a tenerci con i piedi per terra e poi il fatto che ci siano sempre delle cose da migliorare. Dove possiamo arrivare? Non si sa, magari colui che conosce il proprio obiettivo si sente più forte, più sereno. Il nostro obiettivo è vincere le partite, finora ne abbiamo vinte diverse, questo ci dà autostima e tranquillità e ci fa preparare bene per la partita successiva. Ora non si può prevedere».

«Il calcolo lo facciamo su noi stessi, non ci chiediamo quanto sia forte la squadra avversaria ma quanto lo siamo noi. Questo stimola ad essere sempre pronti ad affrontare chi ci passa davanti, sennò si può andare a cambiare atteggiamento, invece la ricerca di consapevolezza e di avere una mentalità e un coraggio nostro da esibire con chiunque e poi si vede se gli altri saranno all’altezza o superiori».

«Forse non ho l’attitudine ad esternare la felicità. Era quello che si sognava dall’inizio dell’anno riavere lo stadio pieno e festante come l’altra sera e fa piacere perché vedi che il tuo lavoro per dare gioia ai tifosi è stato realizzato, ma finisce lì, dopo che finisce la partita, perché poi diventa un carico per doverlo rifare la volta successiva e le aspettative crescono sempre di più. Ogni volta vinci e poi devi fare sempre quella roba lì, vincere quasi sempre per dare emozioni sempre più forti. Quindi da una parte ti rende felice ma dall’altra c’è la consapevolezza che devi aggiungere sempre qualcosa in più per vederli ancora felici e festanti».

Spalletti e la forza del Napoli

«La vera qualità del Napoli? Questa voglia di contagiarsi dalla forza dei compagni e di mettere come delle rincorse per venire ad aiutare la linea difensiva quando ci attaccano o quando perdiamo palla. Ho visto cose bellissime nell’ultima partita, anche se abbiamo tento meno palla. Sarebbe bello sentirsi così dentro quell’atteggiamento da non poterne fare a meno, è quello che dà forza al gruppo. Tutti vogliono mettere qualcosa in più per contagiare quello dopo e così via, per dimostrare di aver imparato bene e di poterci dare qualcosa di suo».

«Krol per quelli della mia età è emozione pura. Non importa che ci dica niente per trasferirci emozioni, è bastato vederlo».

«Osimhen? Domenica era stato detto chi batteva il rigore. Forse Osimhen gli ha chiesto se se la sentiva. Aveva voglia di esserci perché era mancato per tanto tempo. Stamattina gli ho chiesto perché si era levato la maglia e non mi ha saputo rispondere, perché a volte fanno quello che vedono fare. Secondo me da oggi i nostri non lo faranno mai più. Staremo a vedere».

«Zielinski? L’anno scorso ha fatto un campionato sotto livello e lui è il primo a riconoscerlo. Però poi c’è un pubblico e c’è una qualità di osservatori del calcio che dicono tutti lo stesso, di lui, che ha grandi capacità e mezzi per essere un calciatore top. Qui c’era solo da aspettare che non continuasse a subire queste partite ma a farle, quest’anno le sta facendo. Quando c’è la disponibilità, la mancanza di presunzione, l’intelligenza, è facile andare a ritrovare il meglio delle potenzialità di qualcuno. Il problema è quando trovi uno che gioca sotto livello e crede di essere il salvatore della patria. Complimenti a lui».

Carattere ed atteggiamento

«Voi andate dietro a quello che sentite dire e si ripete sempre lo stesso. Non dovete fare confusione tra il mio carattere e il mio atteggiamento. Il mio carattere dipende da me, l’atteggiamento da te che vieni qui. Continuano a dire che fa casino, due situazioni che io ho messo a posto, non le ho determinate, quelle situazioni. Il mio carattere è normalissimo, io mi trovo a mio agio perfettamente. Ma l’atteggiamento è una cosa diversa, dipende da quello che mi dici e mi fai, è una risposta a quello che ricevo».

«Simeone? Nell’ultima partita mi è dispiaciuto molto non farlo giocare, se lo meritava, per l’entusiasmo che ci mette. Il giorno dopo vederlo allenare è uno spettacolo, per un allenatore è facile se si ha a che fare con gente così, si vince anche più partite con quella mentalità lì. Rinnovo? Si valuta un anno alla volta, è corretto così. Non è che perché si è vinto due partite… c’è da vedere le altre».

«Il Bologna ha una grande rosa, tantissimi calciatori e davanti anche se manca Arnautovic ne hanno altri forti, sanno come si fa e sarà una partita che avrà le sue complicazioni. C’è da fare allo stesso modo, al di là dei moduli e di chi gioca. Anche oggi l’allenamento è stato bellissimo, le gambe stanno bene, hanno recuperato, hanno voglia di rifare ogni volta le stesse cose perché lo impone la passione dei nostri tifosi. Sarà una partita difficile ma ce la possiamo  fare».

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