Bambini, coppie, anche a Napoli sono più clienti che tifosi: allo stadio come a teatro, scelgono cosa andare a vedere, quindi la qualità è fondamentale
Dopo circa vent’anni, sabato, sono tornato allo stadio.
Nel dopo partita rientrando a casa mi hanno accompagnano tre “sensazioni” molto positive.
La prima è relativa alla bella atmosfera vissuta fuori e dentro il Maradona.
Ho rivisto, con gioia, tanti bambini, ragazzi e ragazze, giovani coppie riempire lo stadio. Sinceramente non me l’aspettavo.
Attenzione però alla riproposizione di vecchi luoghi comuni sui tifosi napoletani.
Quel pubblico non vive di “pane e pallone” come con pigrizia intellettuale si continua a scrivere. Non sono “tifosi a prescindere” che affollano lo stadio perché “innamorati eterni” di questa squadra. Sono nella stragrande maggioranza, come in tutta Italia, clienti e spettatori esigenti, prima che tifosi. Come al cinema, al teatro o ad un concerto scelgono, di volta in volta, se e quale biglietto acquistare. Non c’è dunque da farsi illusioni. Se non si innalza stabilmente la qualità media dello spettacolo offerto sui nostri campi da gioco ‘a nuttata è difficile da “passare” per il calcio italiano.
La seconda sensazione positiva è legata alla solidità ed alla qualità del gioco della nostra squadra. Il Napoli, da settimane, è davvero “una grande bellezza”.
Sabato mi ha impressionato molto di più di quando lo vedo dalla tv, per la “imprevedibilità” e le “tanti varianti” con le quali attacca le difese avversarie.
Siamo, credo, definitivamente oltre il “sarrismo”. Possesso esasperato della palla ed una lunga serie di passaggi orizzontali non sono più il tratto distintivo di questa squadra. Il Napoli attuale cerca lo “spazio libero” giocando molto spesso “verticale” ed occupando il campo in tutta la sua ampiezza. Accelera all’improvviso, alterna palla corta e palla lunga, triangolazioni veloci e tanti dribbling individuali. Non è assolutamente prevedibile.
In questa metamorfosi i meriti dell’allenatore sono tanti ed evidenti. Spalletti non sarà un campione di simpatia ma si conferma un “grande allenatore” che migliora la squadra giorno dopo giorno. Faremmo bene a tenercelo stretto, stretto, senza esasperarlo con polemiche tanto inutili quanto autolesioniste.
La terza “sensazione positiva” riguarda Kim: un autentico “gigante”.
Leggo che sarebbe un difensore di “altri tempi” e sinceramente non capisco.
I difensori moderni non devono essere “feroci” nella marcatura, sempre attenti, intelligenti nel giocare di reparto, generosi, essenziali nella giocata, forti fisicamente e coraggiosi nei contrasti?