«L’aspetto incredibile è che il campo non sembra “reggere”. Basta questo a fermare un torneo di tennis? A NYC si gioca tra l’Hudson e l’oceano»
Perché a Flushing Meadows si gioca con l’umidità e a Napoli no?
Il torneo di tennis di Napoli è ormai su tutti i quotidiani. Anche i più omertosi stanno cedendo alla realtà. Non ci riferiamo a Tuttosport che sta seguendo il torneo con una firma di prestigio – e autentico conoscitore di tennis – quale è Daniele Azzolini. Che stamattina su Tuttosport, a proposito delle partite sospese per umidità, ha scritto:
L’aspetto incredibile, infatti, è che il campo non sembra “reggere” l’umidità napoletana, che c’è, ed è inamovibile, come possono testimoniare tutti coloro che sono nati a due passi dal mare. A Napoli è umido… Si potrebbe aggiungere, “su questo non ci piove”, ma non sembra il caso. Basta questo a fermare un torneo? I campi in cemento di New York sorgono tra l’Oceano da una parte, l’Hudson River dall’altra, e i laghetti di Flushing Meadows lì di fianco, e ogni due anni sono visitati dalla coda di qualche tornado che scarica venti centimetri di acqua nel tempo record di tre minuti. Ma non soffrono d’umidità. Cosa che a Napoli succede al punto da obbligare i giocatori dell’ultimo match a chiedere la sospensione dell’incontro sin dal primo game.
E ancora:
il torneo fa i conti con il manto scivoloso, ed è quantomeno curioso come si sia giunti a questo, dopo gli inizi alquanto sdrucciolevoli della prima giornata di qualificazioni, con i campi che si sbriciolavano sotto le scarpe dei giocatori. Il pronto recupero di un nuovo campo in green set, rimediato a Firenze e rapidamente montato, aveva spinto il barometro della manifestazione verso il bel tempo fisso, ma anche la nuova superficie ha mostrato problematiche tali da decretare la sospensione dell’ultimo match, e una riflessione urgente da parte dell’organizzazione su come portare a termine l’evento.